Concerto di Capodanno: l’ombra del nazismo sui “Wiener”
VIENNA. Appena qualche settimana fa l’autorevole storico austriaco Oliver Rathkolb aveva reso pubblico il risultato di nuove ricerche sul nazismo, da cui deriverebbe la prova dell’adesione volontaria di Herbert von Karajan alla Nsdap (e cioé al partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori) già il primo maggio del 1933 a Salisburgo, e non più tardi in Germania, come recitano le biografie autorizzate del grande direttore d’orchestra. Ora un’analoga bomba scoppia di nuovo nell’Olimpo della musica austriaca e investe in pieno i Wiener Philharmoniker, mentre fervono i preparativi per il Concerto di Capodanno, nuovamente affidato al direttore stabile dell’orchestra viennese, Franz Welser-Möst.
Questa volta le accuse vengono dai Verdi che, negli ultimi decenni, hanno spesso puntato il dito contro documentati comportamenti scorretti in campo culturale e artistico, come quelli di due direttori di grandi musei, accusati di malversazioni e interessi privati e poi effettivamente licenziati. Le accuse mosse contro i Wiener sono pesanti: un quarto degli orchestrali, sostiene il Verde Harald Walser, aveva la tessera del partito nazista quando possederla era ancora proibito per legge. L’orchestra, rincara, «impedisce da anni ricerche adeguate negli archivi dell’istituzione che vengono resi accessibili solo parzialmente» e nelle monografie fin qui pubblicate ometterebbe fra l’altro di dire di aver conferito nel 1942 al Gauleiter di Vienna, Baldur von Schirach, poi condannato come criminale di guerra al processo di Norimberga, l’“anello d’onore” dei Wiener, i quali grazie all’alto gerarca nazista evitarono in larga parte il servizio militare. Inoltre, asserisce ancora Walser, dopo il rilascio di Schirach dal carcere di Spandau, nel 1966, un emissario dei Wiener avrebbe portato all’ex Gauleiter un duplicato dell’anello: «Fatti insopportabili che richiedono un chiarimento, perché sono espressione di sostegno ad un regime totalitario e all’antisemitismo».
«Non è affatto vero che gli archivi siano sotto chiave» replica di Clemens Hellsberg, portavoce dell’orchestra. E aggiunge: «Sono aperti a chiunque, per cui la creazione di una commissione di storici non ha alcun senso». Hellsberg stesso avrebbe cercato documenti probanti negli archivi sull’anello, senza trovare alcunché: «Fu evidentemente un’azione isolata, non riconducibile all’orchestra in quanto istituzione, ed escludo che parti dell’archivio siano andate perdute». Tuttavia, ha fatto notare la sezione cultura della Tv austriaca Orf, accuse di lacune nella storia dell’orchestra sono state sollevate già dallo storico Fritz Trümpi in un suo libro del 2011 sui Wiener e sui Berliner durante il nazismo, eppure a distanza di due anni la pagina web dell’orchestra ancora ricorda che con l’annessione dell’Austria tutti gli artisti ebrei vennero licenziati in tronco, ma tace che un quarto degli orchestrali si iscrissero al partito prima del 1938 e al 50% entro il 1945. La controreplica di Hellsberg: entro maggio il sito verrà rivisto.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo