Cona invasa per i Camargue-Delta

STARANZANO. Tutti a cavallo all’Isola della Cona. Sono arrivati a centinaia ieri i visitatori alla Riserva naturale della Foce Isonzo, per la giornata speciale dedicata ai bianchi cavalli Camargue-Delta. Provenivano anche dal Triveneto, dalla provincia di Treviso e da Slovenia e Croazia. Tanti bambini affascinati dai puledri che hanno poi potuto cavalcare divertendosi con minigiri nel recinto del maneggio. C’è stato già di buon mattino un flusso continuo ma ordinato di persone in auto, in bici e soprattutto a piedi, che si sono alternate per tutto il giorno (più al pomeriggio), nonostante la concomitanza della Bavisela a Trieste, che ha frenato all’inizio l’arrivo di persone dal capoluogo regionale. Già dalle 10, infatti, l’ultimo pezzo di strada non si poteva percorrere in auto - lasciate in prossimità della diga oppure al parcheggio all’inizio della Riserva - per arrivare a piedi fino al centro visite. Prima di avventurarsi nelle escursioni a cavallo, c’è stata una breve introduzione di etologia e di comunicazione con il cavallo curata Amedeo Ramazzotto, esperto addestratore che ha illustrato nella pratica come si fa amicizia con il cavallo proprio nel maneggio davanti al recinto, quindi una lezione sulla gestione da terra, sulla cura e la preparazione del cavallo alla monta. «I cavalli in genere - afferma - sono abituati a vivere nel branco. Per relazionarsi con loro occorre innanzitutto farsi accettare nel gruppo che avviene tramite la gestualità del corpo dell’uomo insegnando una certa gerarchia. Il lavoro poi dipende anche dalla razza del cavallo. Ma i Camargue, abituati al lavoro, hanno un carattere abbastanza docile».
Le due guide naturalistiche della Cona, Paolo Utmar e Francesca Skodler hanno poi effettuato con i visitatori un’escursione raggiungendo i punti più caratteristici della Riserva fino al lontano osservatorio di Punta Spigolo, il lembo più estremo della Cona, quasi alla foce dell’Isonzo. Altri si sono impegnate nell’osservazione del comportamento in natura dei cavalli e successivamente cimentati sul loro recupero dai pascoli. Un’operazione coordinata dalla domatrice Letizia Kozlan, vicepresidente della cooperativa Rogos, che ha in gestione la Riserva e organizzato la manifestazione. Un evento che comprendeva anche giri in canoa lungo il canale della Quarantia fino alla Foce dell’Isonzo, guidate dal responsabile Claudio Salvalaggio.
La razza proveniente dalla Camargue zona umida a Sud di Arles, in Francia è stata scelta per la Cona negli anni ’80 in quanto si tratta di animali che vivono allo stato brado nelle paludi, adatti a un ambiente simile a quello della Foce dell’Isonzo. Una razza antica di origine selvatica che ha mantenuto come caratteristica “la costanza del colore del mantello”, scuro da piccoli e chiari da adulti. «Un colore - spiega il direttore della Stazione Biologica della Cona, Fabio Perco - che li rende più resistenti alle temperature estive nella difesa degli insetti perché il bianco riduce il calore della pelle. Si nutrono di piante che crescono nell’area paludosa, in particolare della cannuccia palustre».
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