Con le gite arrivano le zecche. Ecco che fare per difendersi

Il Friuli Venezia Giulia è tra le zone maggiormente a rischio nel nostro Paese. Contro l’encefalite da morso la Regione offre gratuitamente i vaccini

TRIESTE. Maggio, tempo di gite fuori porta. Con la bella stagione cresce la voglia di qualche passeggiata, gita in bicicletta o in campeggio a contatto con la natura. Ma una scampagnata domenicale potrebbe rivelarsi poco piacevole. Con la primavera arriva, infatti, anche un ospite poco gradito: la zecca. Questo piccolo parassita, simile a un ragnetto, poco più grande di una testa di spillo allo stato larvale e poco inferiore ai due millimetri da adulto, rappresenta una delle insidie più fastidiose e pericolose. Il suo morso, infatti, può avere delle ripercussioni sulla nostra salute, anche gravi.

Negli ultimi trent’anni i casi di encefalite da zecca, tra le malattie più pericolose trasmesse dal morso di questi parassiti, sono aumentati del 400% in tutte le regioni endemiche europee. Parliamo di Austria, Germania, Svizzera, paesi scandinavi e baltici. Per l’Italia: Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. E proprio il Fvg è una delle zone maggiormente a rischio nel nostro Paese per la presenza di zecche infette.

Che fare quindi? Se la loro presenza in regione è considerata endemica e nulla si può fare per la loro eliminazione, resta solamente la via della prevenzione. La Regione offre infatti gratuitamente la possibilità di vaccinarsi contro la Tbe (Tick Borne Encephalitis), il virus della meningoencefalite da zecca. Una possibilità rivolta non soltanto agli amanti della vita all’aria aperta ma anche e soprattutto alle categorie più esposte come agricoltori, guardie forestali, giardinieri, cacciatori. Febbre, stanchezza, mal di testa, dolore muscolare e nausea: questi i sintomi più frequenti con i quali si manifesta la Tbe. Nei casi più gravi la malattia può coinvolgere il sistema nervoso centrale provocando sintomi neurologici a lungo termine e, in alcuni casi, anche la morte.

Oltre al virus della Tbe, la zecca dei boschi (Ixodes ricinus), la più pericolosa per l’uomo, nella nostra regione è responsabile anche della trasmissione della Borrelia, più comunemente nota come malattia di Lyme, per la quale non esiste, al contrario della Tbe, una vaccinazione, ma che può essere curata con degli antibiotici, se presa per tempo. Anche in questo caso stanchezza e mal di testa i sintomi più comuni, accompagnati da un arrossamento della pelle attorno alla zona della puntura. Se non diagnosticata precocemente, la malattia di Lyme può progredire verso sintomatologie croniche che interessano la cute, il sistema nervoso, il cuore e le articolazioni.

I primi casi di Tbe in Friuli Venezia Giulia risalgono a quindici anni fa. Dal 2003 al 2016 (ultimo dato disponibile in Regione) sono 87 i casi segnalati, di cui tre mortali e altri tre con esiti invalidanti sulle persone colpite. Oltre la metà dei soggetti ammalati (il 59%) ha più di 50 anni e, sempre secondo gli ultimi dati del 2016, le persone vaccinate contro la Tbe sono 61 mila (5 su 100).

Ma per sapere quanto i cittadini siano informati sulla pericolosità delle zecche è utile affidarsi a qualche dato. Secondo un sondaggio del febbraio 2017 realizzato da Swg su un campione di 3. 900 persone residenti in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige, per conto della casa farmaceutica Pfizer – unica a produrre il vaccino contro la Tbe – sono proprio gli abitanti del Fvg i più informati e attenti sui rischi dell’encefalite dovuta al morso di zecca. Grazie alle campagne di sensibilizzazione sul territorio, il numero dei vaccinati nel 2016 è cresciuto del 4% rispetto all’anno precedente (si è passati dal 3 al 7%). È scesa al 58% (rispetto al 66% del 2015) la percentuale di persone che ignora l’esistenza del vaccino per prevenire la Tbe, ma c’è ancora molto lavoro da fare: solo il 28% della popolazione regionale, infatti, sa che questo vaccino è offerto gratuitamente a tutti i residenti in Friuli Venezia Giulia, in quanto la regione è considerata tra le aree maggiormente a rischio in Italia e in Europa. Carso, Tarvisiano e Carnia le zone maggiormente affette dalla presenza endemica di questi parassiti.

«L’encefalite da zecca si può prevenire attraverso una semplice vaccinazione, efficace e sicura. Si tratta di una profilassi consigliata a chi vive o visita zone considerate a rischio: bambini e adulti, a chi pratica professioni a contatto con la natura o chi le frequenta per sport e turismo», spiega Maurizio Ruscio, direttore del dipartimento di medicina di laboratorio dell’Azienda sanitaria universitaria di Trieste, tra i maggiori esperti internazionali di questa patologia. «In particolare, la regione Friuli Venezia Giulia sta lavorando in maniera virtuosa sul tema della prevenzione della Tbe, informando i cittadini sui rischi per la salute connessi al morso da zecca».

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