«Con l’arte grafica digitale vi mostro tutto il fascino della Trieste “nascosta”»

Scorci della città raffigurati in modo originale nelle opere dell’illustratrice Sara Paschini. Tra i suoi disegni più apprezzati  “il gatto che legge Il Piccolo” 

TRIESTE Scorci triestini, luoghi nascosti pieni di fascino. Sara Paschini, graphic web designer, con i suoi lavori omaggia la città conquistando il web.

Una passione la sua, diventata poi lavoro, nata per caso. «Ho frequentato comunicazione all’Università di Trieste – spiega Sara Paschini – per proseguire gli studi alla facoltà di comunicazione multimediale e tecnologie dell’informazione a Udine, dove ho studiato programmazione e web. Tornata a Trieste ho lavorato in un’agenzia di comunicazione e consulenza marketing». Da lì è iniziata la sua avventura nel mondo della grafica.



«Non avevo mai fatto grafica prima di quel momento, ho imparato lavorando». Ma la passione per il disegno l’aveva già da piccola. «Ho sempre disegnato. Anche mio nonno dipingeva. Probabilmente è stato lui ad avermi trasmesso questa passione». Per realizzare i suoi lavori usa Illustrator, un programma di grafica vettoriale, dando vita a delle immagini pulite nel tratto, ma piene di significato. «Si tratta di ridurre il più possibile una cosa complessa. Le mie sono visioni frontali dalle tinte piatte».



La Rigatteria in via Malcanton, il negozio Cesca in via Roma, il bagno Ausonia, il Pedocin. Una Trieste insolita che però resta nel cuore. «L’idea mi è venuta dopo un viaggio di sei mesi. Sono tornata con la voglia di fare e tanti spunti. Avevo notato che qui mancava quel tipo di souvenir fatto in grafica vettoriale contemporanea, perciò ho deciso di provare a fare qualcosa di nuovo. Conoscendo la città non mi sono soffermata sulle mete turistiche, bensì sull’angolino a cui sono affezionata, sul negozio storico che mi piace». Tutto colto con lo sguardo o con una foto dalla quale poi prende gli elementi e li elabora grazie all’ispirazione del momento. Un po’ come è successo per la borsa di tela che sta girando per la città con il gatto che legge Il Piccolo. «Questo giornale è un pilastro a Trieste. L’ho voluto rappresentare in chiave un po’ ironica».

Ed è proprio per l’inserto Il piccololibri del quotidiano che ha realizzato un lavoro grafico. «Il tema che mi è stato affidato era molto ampio, si parlava di letteratura a Trieste. Ho deciso di scartare i luoghi conosciuti optando per Piazza Hortis. Secondo me, rappresenta bene l’idea di letteratura perché è un luogo di incontro: c’è l’emeroteca, il parco dove magari qualcuno sfoglia un libro, i bar, un po’ di vita universitaria. Ho voluto descrivere la quotidianità di una piazza “normale”».

Sul web tutti la conoscono con il nome “A Trieste volentieri”. «Mi ha sempre fatto sorridere il fatto che volentieri a Trieste si usa sia per dire sì che per dire no, magari per noi è una cosa scontata ma per chi viene da fuori è un fatto curioso. C’è questo controsenso che mi piace tanto e che trovo molto caratteristico».

L’ultimo lavoro – uscirà il prossimo anno – è il libro “La bora e il ragioniere” di Gianni Rodari, di cui ha curato le illustrazioni. «Mi ha contattata Einaudi a inizio estate. Avevano visto i miei disegni su Trieste ed essendo un libro ambientato in questa città hanno deciso di affidarmi questo lavoro». —




 

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