Con la bassa marea barche in porto ostaggio del fango

La questione dei fanghi in porto è emersa (è proprio il caso di dirlo) in maniera clamorosa proprio in questi giorni di forti basse maree. Una “batela” adagiata sul fango dei fondali in pieno mandracchio è il simbolo di quanto sia necessario scavare immediatamente. Non bastasse il fango, c’è l’aria maleodorante che ha tenuto il più lontano possibile anche gli spettatori delle varvuole da quella zona, anche se per assistere allo sbarco si sono dovuti per forza di cose posizionare in quell’angolo fra piazza marinai d’Italia e riva San Vito.
Quindi migliaia di persone hanno notato il fenomeno (la vigilia dell’Epifania in particolar modo), anche quelle che erano posizionate da un altro lato del mandracchio, all’angolo fra riva Camperio e via Manzoni dove ci saranno stati si e no un paio di centimetri d’acqua.
«Per spostare le barche dal molo di piazza 26 Maggio – dice il coordinatore dei volontari della Protezione civile, Giuliano Felluga - abbiamo avuto parecchia difficoltà proprio per via dei fanghi». «È vero – dice un altro gradese – che se si cade oggi in porto si sta in piedi; si può camminare tranquillamente sul fondole». In quel punto, infatti, che è il più profondo di tutto il mandracchio, c’era circa un metro e mezzo d’acqua. Ciò significa che la “Stella del mare” e gli altri pescherecci che sono stati spostati sul lato opposto del porto sono stati letteralmente fatti scivolare sul fango.
«Con queste condizioni di marea – ha aggiunto un pescatore – non sarebbe nemmeno stato possibile fare la processione del “Perdòn de Barbana”. Ciò per dire che anche lungo i canali della laguna gradese, sia quella verso Barbana e sia quello in direzione Anfora, tranne qualche tratto della Litoranea Veneta (non certamente quello verso Barbana) in questi giorni di basse maree è pressoché impossibile navigare. Unico scafo che non ha pescaggio è la “batela” ma in certi punti nemmeno questa riesce a transitare, se non scivolando sul fango.
La situazione è grave. C’è la questione della navigabilità in porto per la quale si lamentano tutti, pescatori e diportisti, ma c’è anche quella di carattere igienico sanitario. Quegli odori che emana il fango che emerge in porto sono incredibilmente sgradevoli. L’allarme lanciato nei giorni scorsi è oggi ancor più forte.
Di questo passo il porto piano piano si bonificherà. Grado spera che la Regione, che è già stata interpellata dal Comune, si dia davvero una mossa. Indubbiamente si tratterà, se verrà fatto - e si spera davvero urgentemente – di un provvedimento tampone per scavare i punti più bassi. Tutto il porto avrebbe, però, bisogno di essere dragato e pulito. Per farlo sarebbe necessario, dopo aver fatto uscire tutti gli scafi, creare una paratia all’ingresso del porto canale, svuotare l’acqua rimasta, scavare e sanare tutto e quindi far riaffluire l’acqua.
Un lavoro impegnativo e costoso che, però, prima o poi dovrà per forza di cose essere fatto per l’aspetto igienico-sanitario prima di tutto, per i servizi ai pescatori e ai diportisti e per il turismo in generale. Anche se in questi giorni fotografare la laguna con le sue secche pare essere di grande richiamo per tutti.
Riproduzione riservata © Il Piccolo