«Con il Porto Vecchio ridisegniamo Trieste»
«E adesso ridisegniamo la città». Poche ore soltanto dopo l’approvazione da parte del Senato dell’emendamento proposto da Francesco Russo (Pd) che assegna al patrimonio del Comune gran parte del Porto Vecchio, il sindaco Roberto Cosolini affiancato dagli assessori alla Pianificazione urbana Elena Marchigiani e al Patrimonio, Andrea Dapretto ha tratteggiato dinanzi ai media una nuova, grande Trieste. «Una nuova area di 600mila metri quadrati - ha specificato il sindaco - richiede un nuovo disegno complessivo della città, richiede un grande progetto di crescita in grado di attrarre idee, investimenti, persone. Tutto avrà un senso compiuto se lavoreremo anche per un incremento demografico perché gli attuali 208mila abitanti saranno pochi per la nuova Trieste. Da subito dovremo far arrivare grandi “intelligenze” per creare le condizioni che ci consentano di presentarci sulla piazza internazionale per attrarre gli investitori».
Secondo Dapretto la città è a una svolta storica e deve confrontarsi anche con un’opposizione minoritaria. «Come quando Maria Teresa fece costruire il Borgo Teresiano - ha ricordato - e i rappresentanti delle 13 storiche casade triestine si ritirarono per protesta sul colle di San Giusto». «L’area è enorme - ha aggiunto Marchigiani - e la variante oggi in vigore già permette un ventaglio estremamente ampio di funzioni. I casi di riqualificazione di waterfront riaperti alla città in Europa sono numerosi, penso soprattutto a Lione, ma approfondiremo anche tante altre situazioni».
Ma è stato fatto solo il primo passo e il sindaco e i due assessori hanno ammesso che «bisogna appena comprendere se è necessario un nuovo strumento urbanistico». Il che è estremamente probabile dal momento che si tratta di capire come una sorta di Trieste 2 potrà connettersi alla Trieste 1 con l’estensione di infrastrutture, reti energetiche, viabilità, trasporti, servizi.
«Non permetteremo, come strumentalmente accusa qualcuno dei nostri detrattori - ha concluso il sindaco - che vengano costruite ville, residence con antistante ormeggio per lo yacht a disposizione di nababbi. Il Porto Vecchio sarà un pezzo di città con attività lavorative, servizi per la collettività, funzioni pubbliche e private e anche una quota di residenze. Le città sono fatte così, basta aver visto una città per capirlo».
«Abbiamo dovuto fare un piccolo blitz per risolvere una situazione che si trascinava da decenni», ha commentato Russo nella conferenza stampa al San Marco in mezzo alle contestazioni. «Adesso - ha aggiunto - si potrà aprire un grande concorso di idee per riqualificare l’area e sono convinto che siano d’accordo i triestini sia di Sinistra che di Destra. Credo di aver fatto qualcosa per far svoltare la città, gli investitori sono certo che li troveremo, chiederò al presidente dell’Anticorruzione Cantone di vigilare sulla gara che sarà fatta. Basta “pantigane” e erbacce, basta guardare agli anni Cinquanta, finalmente anche Trieste pensa al proprio futuro».
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