Con i voli Ryanair congelati al Trieste Airport restano due tratte
TRIESTE Con il congelamento dell’offerta di Ryanair, da Ronchi dei Legionari, da lunedì prossimo, decolleranno solo due voli. Quello per Roma, con cinque collegamenti settimanali gestiti da Alitalia, e quello per Trapani, non più di un paio di tratte targate Tayaran Jet. È l’ennesimo effetto di un’emergenza da pandemia che mette all’angolo il traffico aereo. Con conseguenze sui numeri (-72% per Trieste Airport da gennaio a settembre 2020) e sui conti della società, che pure tengono nonostante un calo del fatturato pari all’80%.
Marco Consalvo, amministratore delegato, conferma attorno ai due milioni la perdita di bilancio, un passivo inevitabile dato che i costi fissi non si possono tagliare, ma con interventi su altre spese che hanno portato a un margine operativo non negativo. «Il passivo – precisa Consalvo – è legato agli ammortamenti degli investimenti realizzati e agli oneri finanziari necessari a garantirci la cassa per i prossimi anni». Ma, assicura l’ad, «l’occupazione non è a rischio».
La situazione a inizio anno rimane in ogni caso sconfortante. Non si vola, perché, di fatto, non si può volare se non per questioni di lavoro o stretta necessità. La seconda ondata del coronavirus ha stroncato la timida ripresa del turismo e dunque Ryanair, che stima 1,3 milioni di passeggeri in meno sulle sue linee nel gennaio 2021 rispetto al gennaio 2020, è intervenuta cancellando l’agenda dal 18 gennaio al 27 marzo su undici scali italiani. Per il Trieste Airport, la decisione interessa i collegamenti con Londra (già in difficoltà a causa delle misure restrittive anti-Covid) e quelli nazionali con Bari, Cagliari, Catania, Napoli e Palermo. Una decisione che certo non sorprende il presidente Antonio Marano e l’ad Consalvo, costretti ad adeguarsi a un contesto internazionale: «Con 20-30 presenze su un aereo, i conti non possono tornare. Tanto meno per le low cost». Sperando di poter recuperare almeno il doppio collegamento giornaliero su Roma da inizio marzo, Consalvo ammette che la prospettiva di ripartenza è posticipata ad aprile. «Tutto naturalmente dipende dall’evoluzione della pandemia e da quanto il vaccino riuscirà a contenere il trend – spiega –, ma a questo punto noi guardiamo da aprile in poi, non prima». —
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