Con gli sci fino ai 7546 metri: l’impresa di Lucia è un record
TRIESTE Nella storia sportiva della città il suo nome resterà inciso a chiare lettere, perché ha stabilito un record ineguagliabile. È stata infatti la prima donna triestina a raggiungere una cima di 7546 metri con gli sci ai piedi. Lei è Lucia Muggia e assieme al suo compagno Angelo, guida alpina di origine argentina, ha toccato la vetta del Muztaghata, definito il padre dei monti di ghiaccio, situato nella regione cinese dello Xinjiang.
Lucia e Angelo sono peraltro arrivati fin lassù senza l’uso dell’ossigeno. Biologa e ricercatrice universitaria, Lucia non è nuova a imprese in alta quota: infatti, sempre assieme al suo compagno, per ben tre volte ha scalato l’Aconcagua, cima argentina che, con i suoi 6900 metri, è la più alta montagna del Sud America. Evidente la sua soddisfazione: «Sono felice – sottolinea – perché la montagna e lo sci sono le mie grandi passioni. Con quest’impresa ho appagato, per ora, il mio spirito d’avventura. Ma non mi fermo».
I primi alpinisti triestini a raggiungere la vetta furono, nel 2006, Matteo Moro e Alessandro Fattori, quest’ultimo istruttore di Sci alpinismo del Club Alpino Italiano. Poi nessun altro alpinista della regione è riuscito a raggiungere la vetta con gli sci. È stato necessario attendere il coraggio e l’intraprendenza di Lucia Muggia.
Il Muztaghata fu scalato per la prima volta, senza gli sci, nel 1956 da una spedizione cino sovietica. Questa montagna cinese è famosa, fra gli sci alpinisti, perché è la più alta al mondo che si può salire e scendere senza doversi togliere gli sci, come invece si è costretti a fare sull’Everest o altre vette di 8 mila metri. In sostanza, per ogni sci alpinista, resta ancor oggi un sogno nel cassetto quello di poter disegnare così in alto le proprie curve con gli sci, almeno una volta nella vita.
Il Muztaghata è inoltre famoso per un eccezionale record di velocità firmato da due tedeschi. Infatti nel 2005 Benedikt Bohm e Sebastian Haag, equipaggiati con sci e attrezzatura superleggera, raggiunsero la cima in giornata, in sole 9 ore e mezza, per poi tornare in un’ora al campo base. Il Muztaghata è al limite orientale della catena montuosa del Pamir, non molto lontano dal K2, ai confini fra Kirghizistan, Tagikistan, Afghanistan e Pakistan.
Il dislivello netto di salita è poco più di 3 mila metri, ma il totale del dislivello complessivamente da percorrere per compiere l’impresa è minimo di 6 mila, in quanto per il trasporto dei materiali e soprattutto per un buon acclimatamento si effettuano almeno tre salite al campo 1, due al campo 2 e un’ultima salita alla vetta. Per dare un’idea delle difficoltà, basta pensare che non è insolito registrare in vetta, anche in agosto, temperature inferiori a – 30°C con vento superiore a 100 chilometri all’ora. Lucia Muggia, fra l’altro, si è dotata di ghette in neoprene realizzate su misura da un’azienda che ha sede a Trieste, specializzata in equipaggiamenti per subacquei, che aveva già lavorato per Moro e Fattori, in vista della loro impresa del 2006. —
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