Comunità nazionale italiana pronta a cambiare l’inno

pola. La Comunità nazionale italiana (Cni) dovrà scegliersi un altro inno, poiché “Fratelli d’Italia” evidentemente non è gradito essendo al contempo l’inno di un altro Stato, non quello croato. Lo ha fatto capire chiaramente il presidente dell’Unione Italiana (Ui) Maurizio Tremul, rispondendo a una domanda al termine della celebrazione per la Giornata dello Statuto istriano tenuta nella sala dell’antica Dieta istriana a Parenzo. Il coro Rozenice di Pisino ha intonato l’inno croato, poi il canto solenne della Regione che cita il popolo croato, ma non “Fratelli d’Italia”. «Sappiamo che l’inno dell'Ui non viene intonato da nessuna parte - ha spiegato Tremul - poiché è anche l’inno di uno Stato, nonostante esso sia riconosciuto come nostro dalla Costituzione e dalle leggi croate. Quindi secondo me dovremmo cambiarlo, adottando forse il “Va, pensiero”».
Il cambiamento dovrà comportare la modifica dell’articolo 6 dello Statuto dell’Ui, in cui si legge fra l’altro che «l’Unione italiana e la Comunità nazionale italiana autoctona in Croazia e Slovenia hanno come proprio simbolo il tricolore storico italiano e cioè la bandiera della Nazione Madre, la Repubblica italiana, e come proprio inno il “Canto degli Italiani” e cioè l’Inno della Nazione italiana, conosciuto come “Inno di Mameli”».
La Giornata dello Statuto è stata istituita per ricordare la data della sua emanazione, nel 1994. Il documento fu cassato all’epoca da Zagabria, che sull’onda dell’euforia nazionalistica di allora non gradiva eccessive aperture nei confronti della Cni. Il documento infatti sanciva in bilinguismo in Istria, ossia l’uso paritetico della lingua italiana. Ne seguì un’aspra battaglia legale con Zagabria, durata sette anni: alla fine i giudici diedero ragione all’Istria, per cui lo statuto si poteva applicare nella sua forma originaria.
Tornando alla celebrazione a Parenzo, peraltro, malgrado si sia trattato di una cerimonia dedicata al bilinguismo nella regione, non si sono registrati discorsi da parte di esponenti della Cni, pur rappresentata in sala dal presidente della giunta esecutiva Ui Marin Corva, dai vice presidenti della Regione Fabrizio Radin e Giuseppina Rajko e dalla vicepresidente dell’assemblea regionale Tamara Brussich.
Richiesto di un commento, il presidente dell’assemblea stessa Valter Drandic ha spiegato che «facciamo ogni anno così, non vedo problemi». «A proposito del mancato saluto degli esponenti della Comunità italiana - ha commentato invece Tremul - io non so quale sia il protocollo in uso in questi anni. Comunque qualora fossimo invitati a farlo, rivolgeremo con piacere un saluto ai presenti in sala». —
P.R.
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