Comunità ebraica su Mariani «No a strumentalizzazioni»
«Siamo vicini ad Andrea Mariani e lo ringraziamo per il lavoro svolto in questi mesi per la nostra città. Conoscendone qualità e meriti siamo certi che la scelta di dimettersi dall’incarico in Comune è maturata dopo un’approndita riflessione. Una decisione basata su motivazioni personali che auspichiamo non sia strumentalizzata».
Così la Comunità ebraica, con il presidente Alessandro Salonichio, interviene sulle dimissioni di Mariani dal referato alla Cultura. Lo fa dopo che il pidiellino Piero Camber, ieri, aveva parlato di «Comunità umiliata», precisando come Mariani si fosse dimesso dalla presidenza della Comunità stessa, alla quale attraverso la sua persona era andato anche un «riconoscimento», salvo divenire poi il primo ex assessore della giunta Cosolini. «Per noi - afferma Salonichio - è stato un onore vedere un nostro esponente rivestire un incarico così prestigioso nelle istituzioni cittadine. A quanto emerso Mariani non è stato allontanato: si è dimesso. Non ci sentiamo affatto umiliati, e vogliamo restare al di fuori di qualsiasi polemica di tipo politico. Come fatto fin qui, saremo pronti a dialogare volentieri con questa e con le giunte che si succederanno, così come con ogni altro referente istituzionale, di qualsiasi colore».
Se questa dunque è la posizione della Comunità, il caso Mariani - le cui dimissioni peraltro da molto tempo erano nell’aria - continua a tenere banco. Il Pdl, con Maurizio Bucci, torna all’attacco su più fronti. «Imbarazza che Rc e Pdci, piuttosto che analizzare le conseguenze amministrative gestionali e le gravi motivazioni sull’accaduto», pensino «al mancato scambio e ottenimento di poltrone e postazioni di controllo politico a favore della Sinistra politica e della Comunità slovena», scrive Bucci: «Stando alla sinistra estrema il comportamento del sindaco va condannato non per aver perso una figura equilibrata, stimata, preparata e molto disponibile e moderata, bensì per una questione di incarichi». E mentre Bucci, sulla scelta di Cosolini di tenere per sé al momento la delega alla Cultura, si dice «dispiaciuto che il Comune rimanga privo di un “comandante” preparato e a tempo pieno», il sindaco intanto - in risposta ai commenti fin qui giunti dall’opposizione - parla di «speculazioni e strumentalizzazioni patetiche. Certo l’avvio del lavoro da parte di Mariani ha risentito anche del fatto che non ci fosse un dirigente d’area, se non facente funzioni, e di difficoltà di assetto interno all’assessorato alle quali con la riorganizzazione abbiamo dato risposta».
Lega e Un’Altra Trieste parlano di Mariani come del «primo» tra assessori pronti ad andarsene, spingendosi a citare Maurizio Consoli? «Se lo possono sognare - replica il sindaco: «Capisco che dia loro fastidio vedere un assessore sempre pronto sulle tematiche di bilancio e gestione finanziaria, chiamato in più occasioni a rappresentare il punto di vista dei Comuni nelle occasioni di confronto con la Regione. Noi andiamo avanti, al lavoro per la città». (p.b.)
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