Comunità ebraica, la spunta Belleli

Per un voto ha superato Tabor, sarà il delegato triestino al consiglio Ucei
Lasorte Trieste 07/09/08 - Sinagoga - Giornata della Cultura Ebraica
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Due candidati Davide Belleli e Mauro Tabor arrivati sul filo di lana, con un voto di differenza e di riflesso in una situazione di oggettiva impasse per l’intera comunità ebraica triestina. Si sono concluse così, col brivido, l’altra sera, (con la vittoria per un soffio di Belleli), le elezioni per mandare a Roma il delegato triestino al consiglio Ucei, il parlamento delle Comunità ebraiche italiane. Alla consultazione locale hanno partecipato circa 150 persone su 300 aventi diritto. Le stesse elezioni si sono svolte in quasi tutte le città italiane.

Sul filo di lana. Infatti - da quanto è trapelato dopo lo spoglio - in un primo momento erano stati annunciati i ricorsi da parte degli avversari. Infatti pare che alcune schede siano state ritenute irregolari ma soltanto da alcuni componenti della commissione elettorale. Non da tutti, però. Ma poi in serata la situazione si è stabilizzata. Tuttavia bisognerà tecnicamente aspettare una settimana quando i termini appunto di ricorso saranno scaduti. E quindi solo in quel momento sarà possibile fare chiarezza.

Dunque il seggio romano andrà a Davide Belleli, dipendente della Fincantieri. Nel suo programma elettorale ha scritto: «È naturale per me condividere gli stimoli e le scelte del nuovo Consiglio atte a risollevare l’ambiente comunitario da un’inerzia che rischiava di soffocarlo. In questo senso, mi sono assunto la responsabilità del Gruppo Sionistico dal quale è partita, soprattutto per merito di altre persone a me vicine, l’attività del coro Kol Hatikvà di cui faccio parte».

L’avversario Mauro Tabor, funzionario delle Generali, è vicepresidente e assessore alla cultura della comunità guidata da qualche mese da Alessandro Salonichio. Nel suo programma aveva scritto: «Con un forte spirito identario, il rispetto della nostra tradizione, la giusta memoria storica, gli occhi e la mente aperti al futuro possiamo farcela. Possiamo lottare con le armi della cultura e della conoscenza per sconfiggere il dilagante odio razzista che colpisce non solo noi. Grazie alla nostra storia millenaria possiamo essere il sale di una società moderna, rispettosa delle leggi e accogliente verso le nuove realtà. La realtà dell’ebraismo italiano è sempre stata esigua, dal punto di vista numerico, ma negli ultimi anni registra un’ulteriore contrazione. Dobbiamo lavorare per mandare in controtendenza questa crisi demografica. Una delle chiavi vincenti è quella di avvicinare gli ebrei lontani». (c.b.)

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