Comunità degli italiani di Zara, valida l’elezione del presidente

POLA La Comunità degli italiani di Zara continua a essere al centro di una lunga e tormentata vicenda giuridico–legale–amministrativa, con una serie di capovolgimenti in merito al ruolo di legale rappresentante, ossia del presidente. Se ne è parlato nella conferenza stampa convocata ieri a Palazzo Bradamante dal presidente della Giunta Esecutiva dell’Unione Italiana (Ui) Marin Corva, che ha reso noti gli ultimi sviluppi. Ebbene il presidente risulta Igor Karuc: lo ha sentenziato il decreto emesso dal ministero croato dell’Amministrazione e della Giustizia dopo che l’Alta Corte amministrativa ha respinto il ricorso di Rina Villani alla sentenza del Tribunale amministrativo del giugno del 2019; sentenza con cui lo stesso Karuc era stato confermato presidente del sodalizio zaratino in successione a Villani, che aveva detenuto la carica fino al 2017.
«A questo punto - ha detto Corva - dobbiamo fare tutti gli accertamenti e le verifiche per capire se esistano i presupposti legali e istituzionali per continuare a sostenere la Comunità di Zara dal punto di vista finanziario. Il mio auspicio è che nel sodalizio vengano a crearsi i presupposti indispensabili per la ripresa dell’attività finalizzata alla tutela dell’italianità sul territorio». Corva ha confermato che a questo punto cadono le ragioni per le quali l’Ui aveva deciso di recarsi a Zara e prendere possesso delle chiavi della Comunità, considerata quella che riteneva una situazione non chiara ai vertici: «Noi rispettiamo la legge vigente in Croazia e nel contempo esprimiamo tutto il nostro sostegno agli italiani della città dalmata» ha concluso Corva, ribadendo la disponibilità dell’Ui a fornire aiuto e sostegno. Dal punto di vista giuridico Igor Karuc è presidente della Comunità dalla data delle ultime elezioni, quelle svolte nel 2017 per cui l’anno prossimo i circa 300 soci del sodalizio saranno invitati a votare la nuova dirigenza. Nell’intera intricata vicenda c’è un elemento che da tempo solleva non poche perplessità nella dimensione minoritaria: Igor Karuc ha più volte dichiarato pubblicamente di essere di nazionalità croata, un fatto in collisione sia con lo statuto della Comunità di Zara che con quello dell’Ui secondo cui le funzioni dirigenziali possono essere svolte solo dagli appartenenti alla Comunità nazionale italiana. Quindi italiani anche al cospetto dell’autorità croata.
Però, allo stesso tempo, Karuc per esser socio effettivo della comunità zaratina con diritto di voto attivo e passivo, ha sicuramente firmato la dichiarazione di essere di madre lingua e/o cultura italiana. Quindi si pone la questione della coerenza. «I dirigenti delle nostre istituzioni - ha rimarcato ieri Corva - dovrebbero essere inequivocabilmente italiani dichiarati a tutti gli effetti». Intanto nell’incontro stampa di ieri è stato richiesto lo snellimento delle procedure per l’erogazione dei fondi da Roma all’Ui: le attuali vengono ritenute troppo macchinose. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo