Comune sconfitto I giudici danno l’ok al rigassificatore nel mare di Veglia
Ancora una sconfitta del Comune di Castelmuschio (Omišalj), sull’isola di Veglia, che si oppone alla realizzazione del rigassificatore galleggiante nelle acque che circondano l’isola. Il Tribunale amministrativo di Fiume ha respinto il ricorso avanzato dalla municipalità contro il ministero croato dell'Edilizia e dell’Assetto territoriale per avere rilasciato la licenza sull'uso della superficie. I giudici fiumani, nel motivare la sentenza, hanno sottolineato come il progetto del terminal metanifero sia inserito nel Piano strategico di sviluppo della Repubblica di Croazia. Dunque, per Castelmuschio le probabilità di evitare la presenza dell'impianto offshore si stanno riducendo al lumicino.
Ma la sindaca Mirela Ahmetović, che da due anni si sta impegnando contro la gigantesca nave metaniera che dovrebbe essere posizionata di fronte a Castelmuschio, non si arrende: «Il verdetto ci è sfavorevole – queste le dure parole usate da Ahmetović – ma questo non mi ha stupito dopo aver capito come funziona il nostro sistema giudiziario. Ripeto, il mio Comune e la Regione quarnerino–montana prevedono nei rispettivi piani regolatori la costruzione del rigassificatore. Da sistemare però sulla terraferma e non in mare. Dopo quanto deciso dal Tribunale amministrativo sono pronta a reagire rivolgendomi alle istanze europee, e ricorreremo in appello anche presso l'Alto tribunale amministrativo croato».
L’intenzione, ha aggiunto Ahmetović, è di non lasciare intentata alcuna strada: i contatti sono aperti con il rappresentante in Croazia della Commissione europea, Branko Baričević, e con vari eurodeputati croati, tutti informati della strenua opposizione che il comune isolano sta facendo al progetto «Spero che gli organismi comunitari capiscano come non sia mai avvenuto nella storia dell'Unione europea – ha concluso la sindaca – che un progetto venga cofinanziato da Bruxelles nonostante la contrarietà dell'amministrazione e della popolazione locale».
Ad appoggiare Ahmetovic c’è il governatore della Regione del Quarnero e Gorski kotar, Zlatko Komadina, che ha ripetuto che lo stesso piano regolatore della contea fiumana non si oppone affatto all'impianto sulla terraferma, ma esclude il rigassificatore offshore: «Siamo testimoni di un'aggressione dello Stato croato nei nostri confronti. Poteva essere lo Janaf, l'Oleodotto adriatico, ad essere l'investitore del terminal sulla terraferma, con ricadute positive per tutti. Invece si insiste con testardaggine su un progetto che qui da noi non vuole nessuno».
Dopo che il Tribunale amministrativo ha in pratica spianato la strada al rigassificatore, ieri intanto il governo croato ha dato l'autorizzazione alla società Plinacro di concedere garanzie per 22,6 milioni di euro a Lng Croazia, l'azienda prescelta per realizzare l'impianto. Grazie alle garanzie, Lng Croazia potrà ricevere da Bruxelles 101,4 milioni di euro a fondo perduto per la realizzazione del rigassificatore vegliota, il cui costo totale è previsto in 235 milioni di euro. —
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