Comune di Trieste, un milione di euro in incarichi esterni nel 2013

È la somma degli importi pubblicati sul web da inizio gennaio. Gli uffici: accelerazione dovuta per legge, a fine anno totale sotto i 3 milioni. Gli affidamenti diretti sono il 50%
Lasorte Trieste 01 06 04 - Panorama
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In questo primo pezzo di 2013 il Comune ha sbloccato già un milione di euro per il pagamento dei vari incarichi esterni in essere, commissionati a professionisti e/o imprese. E qui per incarichi esterni il gergo burocratico intende tutte le prestazioni fornite da personale non dipendente che non siano però né acquisti né appalti di servizi (come le mense scolastiche) o di opere pubbliche. Siamo insomma nella galassia che comprende le vere e proprie consulenze discrezionali (come per esempio quella ormai arcinota e dibattuta da 47.795 euro in sei mesi all’ingegner Francesco Rosato sul post–Ferriera) quanto piuttosto, e si tratta in effetti della maggioranza, gli atti tecnici dovuti per legge, a cominciare dai molteplici contratti-spot con ingegneri e periti per il coordinamento della sicurezza nei cantieri appaltati.

Proprio un milione abbondante (e più precisamente attorno al milione e 55mila euro) risulta uscire, se ci si arma di pazienza, dalla somma degli importi dei singoli incarichi pubblicati sul sito internet del Comune, nel nome della trasparenza, fra il primo gennaio e il 6 di febbraio, cioè ieri. Nella stessa finestra di tempo, ma nel corso del 2012, quindi un anno fa - come si può verificare sempre alla sezione del portale dell’ente dedicata alla trasparenza - erano state pubblicate spese per incarichi esterni per un totale di 274mila euro. Quasi quattro volte di meno.

La trasparenza è sacra, ma i dati che dispensa vanno digeriti, e non ingurgitati così come sono, col rischio di farsi venire la nausea. I freddi numeri, in effetti, potrebbero indurre a pensare che - e per giunta in questi tempi di lacrime e sangue - l’amministrazione Cosolini si sia messa a spandere, più che spendere, in consulenze e robe simili. In realtà - mettono le mani avanti i tecnici degli uffici del Comune, prima ancora che i politici - alla fine del 2013 il monte-spese annuale per gli incarichi esterni non si discosterà (anzi, forse ne sarà inferiore considerata la contrazione delle risorse pubbliche a disposizione nell’ambito del bilancio) dal totale dato dai singoli importi riportati sul web nel corso di tutto il 2012: siamo, riarmandosi di pazienza per fare i conti, sui due milioni e 900mila euro. Consulenze e affini sono regolati e vincolati, peraltro, da un piano di spesa preventivo che ha, attorno ai tre milioni, il suo limite teorico da diversi bilanci comunali in qua.

Come si spiega allora una simile impennata in questi primi 37 giorni di 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012? La differenza la fa il già citato (in occasione della “bandierina verde” della trasparenza assegnata da uno studio nazionale al Comune di Trieste) articolo 18 del cosiddetto Decreto Sviluppo del Governo Monti convertito poi dal Parlamento in legge dello Stato. Esso prevede l’«integrazione dell’efficacia» delle norme pre-esistenti in materia, che si concretizza, fra le varie cose, nel fatto che il corrispettivo economico di un incarico esterno non può essere, sbloccato, liquidato allo stesso soggetto incaricato, finché non ne vengono pubblicati i dettagli (va bene anche sul portale internet) dall’amministrazione pubblica. E siccome qui ballano anche consulenze pagate mensilmente, ecco spiegata l’iperproduzione di atti in questo senso, per l’appunto concentrata a inizio anno.

Al di là dei tecnicismi, badiamo però al sodo. Di che natura sono gli incarichi extra-dipendenti comunali pubblicati dal primo gennaio in poi? Anzitutto valgono in media poco sotto i 20mila euro (circa 18.500, per il momento). Circa il 50% è stato finora dato in affidamento diretto, cioé con scelta discrezionale. Più o meno il 25% è avvenuto invece per procedura comparativa, suppergiù il 20% tramite selezione pubblica, i residui minimali risultano essere stati pescaggi da graduatorie già fatte, convenzioni e quote associative.

Le vere e proprie consulenze amministrative (si legga l’articolo qui a fianco, ndr) stanno nel 25% mentre quelle tecniche legate al controllo terzo dei cantieri e di determinati progetti, spesso richieste dalla legge, vanno oltre il 40%. Nel resto c’è un po’ di tutto. Si spazia dai 5.624 euro per il veterinario dell’Aquario ai 1.010 per la traduttrice italiano-sloveno del sito di rete civica, dai 5.850 per il garante dei detenuti ai 108.802 tra maestro, organista e cantori della Cappella civica.

@PierRaub

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