Comune di Trieste, in pensione tre super manager: «Macchina senza comandanti»
TRIESTE Il prossimo anno, che ormai è dietro l’angolo, tre dirigenti comunali di alto profilo andranno in pensione: urge provvedere. Lasceranno l’incarico Mauro Silla (classe 1956), vicesegretario generale e capo del welfare, Enrico Conte (classe 1958), responsabile del dipartimento dei Lavori Pubblici, Enrico Cortese (classe 1958), titolare dell’Ambiente e di alcuni dossier importanti a cominciare dalla galleria Montebello-Foraggi. Mollano gli ormeggi due direttori d’area, come Silla e Conte, che da soli gestiscono oltre due terzi del conto corrente municipale.
Non solo: l’organico della struttura dirigenziale è composto di sole 27 figure, che per un’amministrazione abitata da quasi 2700 persone (compresi precari e tempi determinati) sono decisamente poche, in confronto con le percentuali di Comuni di una certa importanza.
Non basta: di questi 27, solo 15 sono a tempo indeterminato, 9 sono a tempo determinato e di questi per 6 è stata avviato l’iter di stabilizzazione. Facciamo un po’ di conti: se tre manager a tempo indeterminato raggiungono la meritata quiescenza, se sei “precari” su 9 vengono stabilizzati, vuol dire che nel 2021 l’impianto dirigenziale comunale si assesterà a quota 18. Se si assesterà a quota 18, ciò significherà che un terzo dei posti sarà vacante.
Chi fa questi conti con non dissimulata preoccupazione è Luigi Leonardi, 55 anni, vicesegretario del Direl, il sindacato dei dirigenti degli enti locali, che organizza la quasi totalità dei manager comunali. Leonardi, doppia laurea, un passato in numerose amministrazioni nordorientali (Palmanova, Lignano, Sacile, San Michele al Tagliamento), è l’attuale responsabile dell’Immobiliare comunale.
«Sulla carenza di dirigenti chiederemo un incontro con i vertici del Comune - spiega - anche al fine di proporre un primo “tagliando” all’attuale organizzazione dopo il riassetto di un anno fa, in modo da superare alcune criticità». Si rivolge al sindaco Dipiazza, all’assessore Lobianco, al direttore generale Terranova.
Il ragionamento di Leonardi è semplice: il Comune ha un ambizioso carnet di progetti e di opere pubbliche, la cui esecuzione implica «un’alta qualità della dirigenza comunale», se non altro per le responsabilità che esso comporta. Insomma: no al proverbiale banchetto nuziale a base di fichi secchi.
Direl - precisa - ha valutato positivamente la decisione di stabilizzare una parte dei “temporanei”, in quanto «valorizza l’operato di colleghi che da oltre tre anni lavorano con impegno e professionalità». Ma Leonardi non può non sottolineare che il suo sindacato si è sempre battuto affinchè i dirigenti abbiano un contratto a tempo indeterminato da conseguire «mediante procedure comparative». Della serie: non è che la trasformazione di contratti “precari” in indeterminati diventi adesso un’abitudine. E picchia sodo sul punto: «Non possiamo che condividere quanto scritto dai nostri colleghi funzionari nella loro missiva di alcuni giorni fa, con cui chiedono un rafforzamento delle posizioni dirigenziali». Opportuno ricordare che 37 “posizioni organizzative” su 99 - i quadri - avevano chiesto concorsi “normali” e l’ampliamento della dirigenza. —
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