Comune di Gorizia: sì al bilancio, 20 milioni all’assistenza

Pareggio a 123 milioni e oltre 54 sono destinati agli investimenti. L’Irpef continuerà a non essere applicata. Imu fissata alle aliquote base tranne che per gli istituti bancari. Romoli: «Abbiamo fatto un miracolo»
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia Romoli a Lucinico © Foto di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia Romoli a Lucinico © Foto di Pierluigi Bumbaca

«Un miracolo». Lo affermano esponendosi al rischio di essere additati come immodesti. Ma «quando ce vo, ce vo», aggiungono.

Il sindaco Romoli e l’assessore alle Finanze Pettarin non hanno dubbi: essere riusciti a confezionare un bilancio di previsione che, pur dovendo a fare a meno del 19,5% dei trasferimenti correnti non mette le mani nelle tasche dei cittadini, è motivo di grande, immensa soddisfazione. Il documento contabile è stato approvato dalla sola maggioranza la notte scorsa al termine di due sedute in cui, paradossalmente, sono mancati proprio i... numeri nella discussione. «Soltanto nell’intervento finale, il sindaco Romoli è riuscito a parlare di stanziamenti e poste. Per il resto, il dibattito è stato tutto sulla relazione di bilancio», la constatazione dell’assessore Pettarin rivolta dritta dritta all’opposizione.

I numeri

Il bilancio pareggia a 123 milioni 461mila 560 euro di cui 48 milioni 986mila riguardano la spesa corrente ovvero le risorse che servono per pagare i servizi (dal sociale all’istruzione, allo sport al funzionamento della macchina amministrativa) e 54 milioni 595 mila per gli investimenti. Poi, ci sono circa 6 milioni 99mila euro di rimborso prestiti e 13milioni 681mila di partita di giro. Oltre il 40% dei 48 milioni di spesa corrente viene erogato per l’assistenza, il sociale e i servizi legati alle scuola, per i quali il Comune di Gorizia spenderà complessivamente 20 milioni 189mila 854 euro (16 milioni 873mila 176 per sociale e assistenza e 3 milioni 316mila 678 per l’istruzione). Altri 15 se ne andranno per il personale e 3 per il pagamento delle rate dei mutui, poi ci sono gli stanziamenti per il funzionamento della macchina amministrativa e per altri servizi, come la gestione delle strutture culturali e sportive.

«Alla fine, quindi, per riuscire a far quadrare i conti, con il taglio di oltre il 19% effettuato da Stato e Regione è stata davvero un’impresa chiudere il bilancio - sottolineano all’unisono Romoli e Pettarin -. Molti Comuni non riescono a chiudere il bilancio se non tagliando servizi e aumentando la pressione fiscale».

L’Irpef inapplicata

«Gorizia, inoltre, è uno dei pochissimi Comuni italiani e sicuramente l’unico fra i capoluoghi del friuli venezia giulia che ha mantenuto il livello standard dei servizi e non ha aumentato le tasse - aggiungono sindaco e assessore alle Finanze -. L’addizionale Irpef è rimasta azzerata (nel 2012 a Pordenone era del 2x1000, a Udine del 2x1000 e a Trieste addirittura dell’8x1000 e non ci sembra si torni indietro)».

Come anticipato ieri, le tariffe dei servizi a domanda individuale sono state incrementare dell’1,5 per cento, ovvero dell’inflazione programmata. «Peraltro - osserva la giunta comunale - sono le più basse fra i capoluoghi in regione: citiamo le mense scolastiche delle scuole materne, gli asili-nido, i trasporto scolastico e la casa di riposo. Per quanto riguarda quest’ultima, a parità di condizioni d’accesso, la retta della Culot rimane ancora la più bassa, come minimo di 100 euro al mese rispetto alle analoghe strutture di Udine, Trieste, Pordenone, Sacile, Monfalcone e Ronchi».

L’Imu

Interessante anche il raffronto relativo all’Imu. Che è rimasta per gli altri fabbricati (tranne che per le banche) al 7,6 per mille, «contro il 9,7 di Trieste, l’8,6 di Udine mentre Pordenone ce l’ha come noi», concludono Romoli e Pettarin.

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