Comune, altra revisione degli uffici. Ma ora la rivoluzione è “dal basso”
Quando si dice “fare di necessità virtù”. Per il Comune - costretto sempre più di frequente a mettere mano al funzionamento degli uffici, per far fronte a blocchi di turn-over e bilanci di lacrime e sangue, il tutto mentre la domanda di servizi dei cittadini a loro volta in difficoltà continua a crescere - il quando è adesso. Sta per scattare in Municipio - dato che la scorsa settimana ne sono state firmate da ente e sindacati le “Linee operative” per l’avvio - la rivoluzione della macchina burocratica, che prevede una robusta riorganizzazione per ciascuna delle otto aree, le varie direzioni di primo livello. Urge, insomma, un intervento là dove la mole di lavoro aumenta e il numero di chi lavora invece diminuisce.
Non è però una rivoluzione come già se ne sono viste dal Dipiazza-Bis. Questa si distingue, quanto meno nelle intenzioni, per il fatto che vuol essere una rivoluzione “dal basso” - cioè attraverso un coinvolgimento reale e certificato di tutti i dipendenti comunali, almeno di quelli che ne avranno la voglia chiaramente - oltre che una rivoluzione “federalista” e non centralizzata, se è vero che individua otto “Cantieri di lavoro”, ovvero otto gruppi di lavoro, uno per ogni area, composti da dieci persone, di cui una prima metà di nomina del dirigente della stessa area, che avrà per inciso il compito di coordinare il gruppo, e l’altra metà indicata dai sindacati.
Ebbene: tali “Cantieri” saranno aperti al contributo di tutti. Non è un caso che la lunga circolare che l’assessore al Personale Roberto Treu ha fatto inoltrare via e-mail ai dipendenti del Comune nel fine settimana, in cui vengono spiegate le finalità dei “Cantieri”, si chiuda così: «L’invito a tutti è di essere protagonisti del cambiamento». Come non è un caso che la rivoluzione “dal basso”, con quell’inedita voce in capitolo paritaria garantita ai sindacati per lo meno nella forma, arrivi in un’epoca in cui l’assessorato al Personale è retto da un sindacalista di lunghissima militanza. Ma cosa prevedono le “Linee operative per i Cantieri di lavoro” firmate nei giorni scorsi? Che «i singoli lavoratori potranno offrire il loro contributo con l’espressione, su specifiche tematiche, di suggerimenti e/o proposte tramite interventi di partecipazione su apposite sezioni dedicate in intranet, o per mezzo di indirizzi di posta elettronica dedicati, o nell’ambito di incontri e riunioni di approfondimento».
La road-map prevede l’insediamento dei “Cantieri” proprio a ottobre, la loro conclusione a novembre e le deliberazioni di Giunta a dicembre. Eppoi a novembre, la postilla strappata dai sindacati, «si avvierà un percorso di confronto sui criteri di produttività e di misure incentivanti con l’obiettivo di definire l’intera materia entro il 16 gennaio». Una questione di “bonus”.
«In passato siamo stai più volte critici di fronte alle proposte riorganizzative, perciò l’accordo sui “Cantieri” è una buona opportunità per tutti e specie per i sindacati che rappresentano i dipendenti del Comune, perché vogliamo relazioni sindacali più avanzate, basate su partecipazione, condivisione e responsabilità», si legge in una nota di Rossana Giacaz, Walter Giani e Fabio Goruppi per Cgil, Cisl e Ugl. «Le premesse e le intenzioni - aggiungono - sono senz’altro lodevoli ma attendiamo il momento in cui, ai tavoli tecnici, si riscontreranno diversità di opinioni. Vedremo allora se l’amministrazione ascolterà il sindacato o solo i dirigenti. Accettiamo la sfida, ma, se i risultati sperati non verranno raggiunti, non avremo difficoltà a ritirarci». «Sarà un grosso salto culturale se tutti riusciranno a sedersi attorno al tavolo togliendosi la giacchetta del ruolo», fa eco a voce, e a parte, Luca Tracanelli per la Uil. «Al termine dei “Cantieri” verrà redatto un documento che sarà utile per la proposta finale che spetta ai dirigenti in base alle prerogative proprie», recita infine una nota proprio dei sindacati dei dirigenti, in cui si esprime comunque «condivisione» sulla «collaborazione attiva fra tutti i soggetti coinvolti». La sfida, insomma, è aperta.
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