Comunali, nel Pdl è sfida al fotofinish tra Antonione e Piero Camber

L’esito del sondaggio complica la vita al Pdl. E Menia incassa il 9%, decisivo il Terzo Polo
Roberto Antonione
Roberto Antonione
TRIESTE.
Era il Sondaggio con la S maiuscola. L’aspettavano come fosse la divina Panacea dei dolori e delle indecisioni del Pdl. Rischia invece di rivelarsi - ancor prima che i diretti interessati possano sfogliarlo - la conferma che, per individuare il candidato sindaco dei berluscones, non c’è probabilmente rimedio se non quello di pescare dal cilindro il classico nome nuovo, franco da veti incrociati. Il pericolo, sennò, è quello di passare per una guerra intestina dai pesanti effetti collaterali: primo fra tutti il servire sul piatto d’argento chanches di sorpasso al centrosinistra, che ad oggi non appare in progresso di consensi - anzi, la frammentazione degli avversari ne potrebbe ridurre addirittura il bacino - però il suo candidato unitario, Roberto Cosolini, ce l’ha. E ce l’ha da un pezzo.


I RISULTATI
Il sondaggio commissionato dal coordinamento regionale del Pdl alla trevigiana “Tolomeo studi e ricerche” - di cui è presidente il politologo e professore universitario (a Trieste) Paolo Feltrin - si è appena concluso. Tutti smentiscono che esista ancora e stia circolando lo straccio di un consuntivo ufficiale scritto, che invece dovrebbe arrivare al committente tra domani e dopodomani e che, in ogni caso, rimarrà secretato. Eppure la sostanza dell’esito dell’indagine rimbalzava da ieri mattina, da un telefono all’altro di quegli stessi diretti interessati. Ed è una sostanza che, come detto, non risolve il rebus. Semmai lo incancrenisce.


I CANDIDATI
Roberto Antonione, l’unto dal Cavaliere contro cui l’armata camberiana locale s’è compattata in via preventiva, è sì il preferito tra tutte le possibili alternative di schieramento, però risulta tallonato - con uno stacco di appena mezzo punto percentuale o giù di lì - da Piero Camber, il fratello del senatore Giulio, il suo grande nemico. Segue a ruota - sempre di stretta misura, seppur non strettissima - Antonio Paoletti. Colui che - nelle intenzioni del Pdl camberiano, di cui si vociferava da tempo a palazzo - doveva essere l’asso da tirare fuori, all’ultimo respiro, dalla manica della mitica società civile. Più lontani - e di conseguenza automaticamente fuori gioco - gli altri possibili candidati evocati nel sondaggio: Maurizio Bucci e Sergio Dressi. Se poi il candidato di tutto il centrodestra fosse Massimiliano Fedriga, il segretario della Lega, l’indagine dice che molti voti emigrerebbero verso il Terzo polo e in parte persino nel centrosinistra. Questo nonostante il Carroccio veleggi verso l’11%. A testimonianza che i triestini vivono l’attesa del voto di primavera con una forte identificazione nei partiti di rango nazionale prima che nelle persone, per una ”polarizzazione” inedita a livello di elezioni amministrative e non politiche.


I VETI
La miccia delle indiscrezioni l’ha accesa in un contesto ”terzo” - cioè a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario - lo stesso Antonione, il quale ha confermato di aver saputo «qualche anticipazione». «Io sono sereno - ha aggiunto l’ex coordinatore nazionale di Forza Italia - non posso dire ottimista, perché questo presuppone una considerazione troppo elevata della situazione generale, al di là della mia candidatura». Il cuore del problema, Antonione, lo centra in pieno. È sufficiente infatti ricordare ciò che ripeteva per tutti i suoi alla vigilia del sondaggio - visto che ieri non parlava nessuno - il vicecoordinatore provinciale del Pdl Piero Tononi: «I criteri per individuare la persona più adatta a fare il candidato sindaco - spiegava allora Tononi - tengono conto di variabili quali il sondaggio, anzitutto, e poi il gradimento del partito e quello degli alleati».


Tradotto: Antonione, per ambire al nulla osta, avrebbe dovuto accumulare un bel margine, non qualche decimale - com’è successo nei confronti di Piero Camber, e un po’ di più nei confronti di Paoletti - perché in quel caso il monolite camberiano si sarebbe fatto trovare pronto per far valere, per l’appunto, il peso del gradimento interno. Piero Camber e in subordine Paoletti hanno già messo la freccia allora? No, perché entra in gioco la terza variabile: il gradimento degli alleati, e la Lega com’è noto sta sponsorizzando di questi tempi proprio Antonione. Paoletti era un pallino padano della prima ora, salvo poi finire nella lista nera dei protagonisti di «giochi di palazzo», come aveva lamentato Fedriga, non appena la Camera di Commercio aveva indicato la camberiana per eccellenza Marina Monassi per la presidenza dell’Autorità portuale.


GLI SCENARI
Da come sono state poste alcune domande del sondaggio, come se non bastasse, viene fuori che - almeno nelle intenzioni di voto, poi nel segreto della cabina elettorale chissà - non tutti quelli che voterebbero per Camber o Paoletti sarebbero disposti a votare Antonione, e viceversa. Cosicché, in un ipotetico ballottaggio con un candidato di schieramento non gradito, molti elettori del centrodestra potrebbero astenersi o addirittura barrare la casella di Cosolini. Il quale, ad oggi, potrebbe contare su un 52% a 48% in proprio favore - indipendentemente da quale fosse l’avversario - anche per effetto della frammentazione e della radicalizzazione dello scontro nel Pdl e nel centrodestra in generale. Già, perché se il Pdl rischia la frattura elettorale (tra Antonione e camberiani), la galassia del centrodestra si è già polverizzata. C’è il candidato indipendente Franco Bandelli - che il sondaggio dà attorno al 5% - e c’è la possibile discesa in campo in prima persona del finiano Roberto Menia, che oggi farebbe il 9%. A livello di partiti infine, nonostante l’annunciato exploit del Carroccio, il Pdl più la Lega faticherebbero a superare il 40%. Morale: il Terzo polo (Fli più Udc e Api), forte di una proiezione del 12-13%, sarà semplicemente decisivo.


LA FRENATA
Tra i berluscones triestini, per intanto, ieri gli imbarazzi si sprecavano. «Il sondaggio non verrà reso pubblico, sarà uno strumento di lavoro interno, i dati non usciranno mai», si è affrettato a precisare per conto di tutti il coordinatore regionale pidiellino Isidoro Gottardo. Il committente.




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