“Comunali”, a Trieste visite mediche in camper

Dipendenti in fila, tra mugugni e facce scure, in Ponterosso alla faccia della privacy. I sindacati: «Come dei terremotati»
Lasorte Trieste 30/08/12 - Canale Ponterosso, Camper Visite Mediche
Lasorte Trieste 30/08/12 - Canale Ponterosso, Camper Visite Mediche

No, non è il carretto dei gelati. E nemmeno uno di quei camioncini di volontari che controllano il sangue, per il colesterolo. No, è il camper per le visite mediche dei comunali. In strada. A Ponterosso, in via Bellini, tra gli sguardi attoniti dei passanti e la curiosità dei turisti. «What's happening?». Già, che succede? È L’ultima trovata di palazzo Cheba che tocca tutti i dipendenti dell’amministrazione. In fila, con tanto di appuntamento, ad aspettare il proprio turno anche per un’ora abbondante. Come si fa in una sala d’attesa di un dottore, non di certo nella pubblica via. Prelievo del sangue, elettrocardiogramma, spirometria e udito: a ciascuno il suo “screnning”, a seconda del tipo di mansione svolta. L’ambulatorio di fortuna è, come si affrettano a chiarire in municipio, «una soluzione temporanea». Il motivo? Un inghippo della burocrazia. L’Unità Sanitaria Territoriale della Rete Ferroviaria Italiana, a cui il Comune aveva appaltato le prestazioni, si è tirata indietro all’ultimo momento. Gli uffici di piazza Unità hanno dunque dovuto affidare provvisoriamente il servizio al secondo classificato nella gara, cioè alla Sa.pr.a Sanità srl con sede a Siena. Ma, davanti al ricorso del terzo classificato, la Salus, il Comune - stando a quanto affermano i sindacati - ha preferito assegnare l’incarico solo per 4 mesi, in attesa di sviluppi. Un periodo per il quale l’azienda non ha ritenuto di investire soldi in uno studio “normale”, ma ha optato per il piano B: il “camping”. Il Comune si è trovato con le mani legate e ha accettato. «Per fortuna ora c’è ombra e non piove» - allarga le braccia un dipendente della Polizia municipale, in fila da quasi un’ora insieme ad altre cinque persone. «Nulla da dire sulla professionalità del medico nel camper e nemmeno dell’igiene, su questo è tutto a posto, però non ci sembra il modo giusto di trattarci», commenta qualcuno. «Stare qui in piedi in strada... ma vi pare una cosa normale?», s’arrabbia un altro. Il collega la prende con filosofia: «Dai, non è così grave, cosa vuoi che sia?». Nell’attesa si prende un caffè al bar, si fa quattro chiacchiere, si fuma una sigaretta, si fa due passi. I sindacati non la fanno passare liscia. Walter Giani della Cisl-Fp fa partire un duro comunicato in cui chiede chiarimenti al Comune. «Con tutti i locali liberi e disponibili all’interno delle strutture pubbliche - scrive -stupisce questa modalità di visita medica, alla faccia della privacy e con persone costrette a stare in piedi in strada in mezzo ai passanti». Ancora più duro Alessandro Brescia (Cisal): «Terremotati? No, Comunali triestini», polemizza. «Domandiamo al sindaco, al vice-sindaco, all’assessore al Personale, al Consiglio e ai dirigenti responsabili di provvedere immediatamente di predisporre visite nel rispetto della dignità».

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