Comunali a Monfalcone, sinistra e civici candidano Bullian: in vista le primarie con Moretti

Caffè Corso gremito per la controproposta al Pd. E il diretto interessato accetta: «Sono pronto»

Tiziana Carpinelli
La presentazione della candidatura di Enrico Bullian a Monfalcone
La presentazione della candidatura di Enrico Bullian a Monfalcone

«La capacità amministrativa, l’inclusività e la visione di un futuro migliore»: ecco perché Enrico Bullian può essere la carta vincente. Quella storia che tra il candidato del Partito democratico, Diego Moretti, e il papabile dell’altra metà del cielo a sinistra ci possa essere alla fine un gentlemen’s agreement, un patto tra gentiluomini, inizia a sgretolarsi. Perché il «largo movimento civico», com’è stato definito, un puzzle di civici, cattolici, progressisti, grillini, moderati e semplici cittadini, che ha preso respiro al Caffè Corso, tappezzando fin le pareti coi contras di Cisint & soci (difatti non c’era più mezzo sgabello libero e in tanti si sono accalcati ai piedi della balaustra di legno), l’ha detto più o meno in questi termini: “Bullian o morte”. Mancavano solo le camice rosse. E al netto dell’iperbole garibaldina, Bullian ci sta.

Per questo, se non si arriverà a un compromesso che accontenti tutti, è assai probabile che si stagli all’orizzonte un passaggio ineludibile in città: le primarie d’inverno. Percepite affatto come le forche caudine, tant’è ch’è stato lo stesso consigliere regionale del Patto a esplicitarne la parola, senza tabù, indicando a margine una possibile data: «Entro fine dicembre». Anzi prima. Primarie all’Immacolata, magari in concomitanza con l’accensione del villaggio natalizio, quando c’è più movimento.

E quindi la liturgia degli interventi, numerosi e articolati, con cui s’è levata a voce piena l’esigenza di una «svolta». Perché, l’ha scandito la speaker Elisa Di Ilio, avvocata, già consigliera comunale, «Monfalcone non è un laboratorio del futuro, come dovrebbe essere, ma ferma, apatica, divisa».

È tempo dunque di reagire, con un «largo movimento civico», che vuole «dar vita a un’alternativa partecipata alla destra». Fatto di «tradizioni politiche differenti», ma accomunate da una visione che coniuga progressisti e moderati. E questo movimento si rivolge, con una richiesta, al Pd, all’area centrista, alla Sinistra e a tutte le altre forze di coalizione chiedendo una «candidatura innovativa» per un cambiamento «reale e sostenibile».

Vuole Bullian, «figura di spicco di una politica civica e inclusiva». «Il suo approccio, che coniuga diritti civili, lavoro e ambiente, è quello che serve oggi a Monfalcone per tornare a crescere», sempre Di Ilio. Una proposta dal basso per «dialogare con tutte le forze alternative al centrodestra». Nell’obiettivo di «discutere al più presto assieme a tutte le forze e a partire dal Pd – ha concluso – un accordo su un percorso partecipato che non escluda, se necessarie, forme di consultazione».

Reduce, a luglio, dalle giornate sociali dei cattolici, Enrico Altran, fratello dell’ex sindaca Silvia, si è reso conto che la pur costante attività di volontariato non è ora sufficiente e per questo si è deciso a dare il suo «contributo». «Una persona sola al potere non può interpretare la modernità: nel mondo delle aziende, come in altri ambiti, funziona invece l’organizzazione trasversale e il movimento mi pare vada proprio in tal direzione».

È stata dunque la volta di un altro ingegnere, Bou Konate, presidente onorario del Darus Salàam, assieme alla posizione del M5S. Prodromo dell’affondo più ficcante giunto da Arturo Bertoli (Ami): «L’amministrazione in questi anni si è occupata, anche goffamente, del packaging della città, inteso come contenitore, non del contenuto, cioè le persone. Ma un Comune deve occuparsi di tutti. Con l’esecutivo Cisint abbiamo visto come si può lavorare al contrario».

«Più di tutto – sempre Bertoli – non ho sopportato il ricorso continuo alle bugie per crear seguito alle adesioni e posizioni della nostra ex sindaca. Le fake news sono state tante: dal ristorante girevole della centrale al fatto che le donne bengalesi non vogliano lavorare o siano ostacolate dai mariti a studiare l’italiano, quando solo Ami ha 260 richieste d’iscrizione ai corsi di lingua, la maggior parte da cittadine». Deleteria, «la volontà de inzinganar».

Quindi ancora sostegno a Bullian da Riccardo Minussi e Sonia Bachet, con quest’ultima a lanciare il gruppo (o lista?) “Monfalcone con Bullian”: «Ha operato bene da sindaco a Turriaco e ora sta facendo altrettanto in Regione. Ha dimostrato di saper essere amministratore di tutti, proprio come Pertini quando ripose la tessera socialista». Insomma, paragoni alti, altissimi, quelli di ieri. E dopo tante lusinghe è arrivato all’ultimo lui, Bullian: «Grazie per la stima e fiducia a un progetto che cammina sulle gambe di tutti. Serve un entusiasmo fuori dalla logica di apparato e per questo sono pronto a mettermi a disposizione di una coalizione che deve allargarsi. Anche attraverso le primarie». E il Pd ora che fa?—

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo