Comunali a Monfalcone, Fasan candidato sindaco dal patto romano: «Meglio il voto subito»

Non dice però se farà un confronto elettorale: «Lo deciderò col mio staff a tempo debito: non è Moretti a dettarmi l’agenda»

Tiziana Carpinelli
Luca Fasan è il candidato sindaco del centrodestra a Monfalcone
Luca Fasan è il candidato sindaco del centrodestra a Monfalcone

Luca Fasan esce dalla sua comfort zone, il binomio arte e commercio, per proiettarsi sullo scranno più ambito, il trono da sindaco di Monfalcone.

Il patto romano lo incorona candidato della coalizione di centrodestra. Un epilogo scontato, dato che già un anno fa era uscito il suo nome e in questi mesi, di nuovi, non se ne sono affastellati. Che premia, agli occhi dell’assessore, i «nove anni di lavoro intenso e appassionato».

Ma non sente, Fasan, la responsabilità di questo salto in alto? «Certo e la avverto dal 2016, se è per quello – replica – ma penso anche che il suo peso sia positivo perché mi rende più autorevole nelle scelte e ringrazio chi mi ha accordato fiducia con questa decisione».

«A differenza di Moretti sono cittadino di Monfalcone da 53 dei miei 60 anni di vita – rimarca con l’evidenziatore fluo – e ho vissuto la città in ogni sua fase e sfaccettatura, prima da imprenditore e cittadino, poi da amministratore».

Nel dirsi dunque «lusingato» dal «grande atto» di fede sulla sua persona reso dalla segreterie regionali di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, ritiene, proprio per la sua «conoscenza del territorio» di «rappresentare un valore aggiunto per la città». La parola d’ordine, su cui con ogni probabilità punterà nella ripartenza dal «plebiscito con cui siamo stati riconfermati nel 2022» è «continuità».

«La mia crescita personale e politica – sempre Fasan – la devo ad Anna Cisint, con cui ho lavorato negli anni fianco a fianco. Una sindaca con una visione, che ha saputo fare». In un post la definisce «innovativa e illuminata». Al netto di ciò, Fasan si presenterà ai cittadini, come sempre è avvenuto a Monfalcone (unica eccezione nel 2022), pure con un confronto pubblico all’americana? «Non mi faccio dettare l’agenda da Moretti», replica. Il desiderio è però qui soprattutto dell’elettore. E costituisce un’opportunità per tutti, centrodestra e centrosinistra, di far presa sugli incerti.

«Non ho detto né sì né no – risponde – valuterò a tempo debito questa cosa coi miei collaboratori». Si vota il 13 aprile? «È una data che circola – spiega – ma io stesso non lo so. A me andrebbe bene: prima si vota, meglio è. Allungare i tempi non è una mia necessità. Perché io lavoro sul solco della continuità e le attestazioni di stima che mi giungono dagli incontri nei rioni mi spingono in questa direzione. Ascolto continuamente il territorio».

Il centrosinistra

Intanto pure il centrosinistra si prepara alla guerra elettorale. Sabato si presenterà la prima lista, con volti e simbolo: Monfalcone civica e solidale, destinata a raccogliere anime della Sinistra e di dna grillino. Una realtà che «nasce dalla volontà di ricostruire a Monfalcone un clima positivo, capace di generare fiducia e coesione». Un’«alternativa all’attuale amministrazione di centrodestra che sta facendo molti danni alla città». La civica dunque un progetto «nuovo, aperto e partecipato: frutto di diverse esperienze».

Dall’apporto di sensibilità ambientaliste alla partecipazione attiva de “La Sinistra per Monfalcone” e del M5S. «L’amministrazione di centrodestra – si legge in una nota – ha trattato Monfalcone come un contenitore da abbellire. È mancata la cura per la “sostanza” della città: i suoi abitanti, i lavoratori, i giovani, gli anziani, coi loro bisogni. Ed è proprio qui che vogliamo fare la differenza: rimettere al centro la persona, puntare a una vera coesione sociale, lavorare sul benessere quotidiano di tutte e tutti. Perché la città è di chi la abita». Capogruppo, su proposta civica, potrebbe essere Alessandro Saullo.

Sulla designazione di Fasan commenta nel frattempo l’avversario Diego Moretti, dem: «Ciò che sta accadendo nel panorama regionale in vista delle prossime amministrative, pone preoccupanti interrogativi su quanto valga, per il centrodestra, l’autonomia dei territori. Che la scelta dei candidati sindaco a Monfalcone e Pordenone si decida a Roma tra quattro parlamentari, tutti segretari regionali, senza nemmeno la presenza di Fedriga, lascia ancor più perplessi. Farebbero meglio, alcuni esponenti del centrodestra da poco assurti a ruoli di vertice, a guardare a casa loro invece che puntare il dito verso il centrosinistra». «Del terzo mandato, poi, non s’è nemmeno discusso – termina –: significa che il tema è messo in soffitta. E allora dove sta l’autonomia se il territorio non può neppure indicare il candidato e c’è bisogno dei tutor regionali? ». —

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