«Comprai l’area edificabile Ora rischio il fallimento»

Nei giorni scorsi Nicola Perrotta, uno degli inquilini di via Cumano sopra le case dei quali dovrebbero sorgere le nuove palazzine, ha fermato per un istante Roberto Cosolini durante un incontro...

Nei giorni scorsi Nicola Perrotta, uno degli inquilini di via Cumano sopra le case dei quali dovrebbero sorgere le nuove palazzine, ha fermato per un istante Roberto Cosolini durante un incontro pubblico e gli ha consegnato una lettera. a nome degli altri condomini, in cui si fa presente, fra le altre cose, che «la deroga a costruire entro i 30 metri dai binari è stata rilasciata dalle stesse Ferrovie, ex-proprietarie del terreno messo in vendita». «Sono contento che il sindaco abbia aperto la lettera davanti a me, dimostrando attenzione, e lo ringrazio, spero ora che l’amministrazione valuti il caso», riferisce lo stesso Perrotta.

Ma chi ha comprato il terreno dalle Fs? La richiesta di permesso di costruire viene dalla Cmp Srl di via Coroneo 4. Capitale sociale: dodicimila euro, di cui 11.880 della Decafin Srl, con domicilio in piazza della Borsa 7. I rimanenti 120 euro sono dell’amministratore unico: Claudio De Carli, imprenditore veneto, attivo da anni nella nostra città. La Decafin è una delle società che fanno riferimento proprio alla De Carli Immobiliare, la cui sede triestina è in piazza della Borsa 7.

«Non sono il proprietario, ma uno dei proprietari», precisa Claudio De Carli. Il quale racconta la sua storia a proposito dell’area di Montebello: «L’ho comprata nel 2007 come edificabile con altri terreni circostanti la stazione di Rozzol (a più bassa densità abitativa, ndr) su cui non ho avuto la possibilità di costruire. L’operazione è costata quasi due milioni e mezzo. Poi, come se fossi andato in concessionaria a staccare un assegno per una Mercedes e mi fossi ritrovato al volante di un’utilitaria, Dipiazza l’ha resa inedificabile. Una mossa bellissima, certo. Il fatto è che così il Comune non ha incassato nulla di oneri di urbanizzazione, roba da un milione e mezzo, e gli sono venuti meno soldi per pagare i servizi ai cittadini, e contemporaneamente la mia impresa è finita sull’orlo del fallimento, e rischia di mandare a casa venti operai. Ora sto reclamando un diritto sacrosanto, da cittadino onesto che paga le tasse. Spero che Cosolini, capace com’è, sappia mediare. Ormai ritirare un permesso di costruire è come vincere al superenalotto...».(pi.ra.)

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