Compie 50 anni “Cinque più” memoria storica dell’Oberdan
Dal ciclostile, alla tipografia, al web. “Cinque più”, il giornalino scritto, impaginato e diffuso all’interno del Liceo scientifico Guglielmo Oberdan, di strada ne ha fatta tanta e domani festeggia i cinquanta anni di vita e di pubblicazioni. Nella grande palestra dell’istituto di via Paolo Veronese, il comitato organizzatore varato dall’ex direttore Sergio Keller ha invitato gli allievi del liceo che nel corso di questo mezzo secolo hanno partecipato alla vita del giornale. Leggendolo, diffondendolo, scrivendolo e conservandolo tra le loro “carte”. “Cinque più” è probabilmente il più longevo tra i giornali scolastici collegati a un istituto e l’aver superato il traguardo del mezzo secolo di vita ha indotto il comitato a varare una serie di iniziative. Si parte dalla festa in palestra con il ritorno sul palcoscenico di alcuni complessini musicali “old style” nati all’interno del liceo. Si passa poi alla digitalizzazione e pubblicazione sul web di gran parte dei numeri del giornalino pubblicati a partire dagli Anni Sessanta.
Allo stesso tempo saranno diffuse duemila copie di un numero speciale - si chiama “Cinquanta piu” - ed è stato realizzato in tipografia: nelle 120 pagine gli ex direttori e i redattori succedutisi negli anni raccontano la loro esperienza di studenti-giornalisti.
Signori e signore, parecchi dei quali oggi hanno sessant’anni, riportano il calendario della loro vita allo scorso secolo, alle interrogazioni col cuore in gola, ai vicini di banco e alle riunioni “carbonare” in cui veniva progettato il giornalino. Sono pagine e articoli spesso canzonati, talvolta irridenti e caustici, ma anche capaci di segnalare quanto non funzionava nel sistema scolastico italiano. Un articolo pubblicato nei primi Anni Sessanta viene riproposto pari pari nel numero speciale. Lo aveva scritto l’allora direttore Aldo Padovan e oggi, a cinquant’anni di distanza, mantiene tutta la sua caustica attualità. In effetti la scuola italiana è cambiata di poco: anzi molti sostengono sia peggiorata e continui a non dare risposte adeguate alle crescenti domande poste dal Paese.
Ma andiamo con ordine. Sergio Keller, ex allievo della Sezione D, studente di filosofia ed ex direttore di “Cinque piu”, continua a essere legato alla sua testata e a parteciparne alla vita. Assieme all’attuale direttore Nicolò Fragasso, un paio di anni fa ha iniziato a mettere a fuoco il progetto che si sta concretizzando in questi giorni. Ha cercato le vecchie copie del giornalino, ne ha trovate un numero consistente a Villa Prinz, nell’archivio dell’Istituto per la Storia del movimento di liberazione. Altre erano state conservate da ex studenti. Le ha lette e le ha digitalizzate per inserirle sul web dove a breve saranno consultabili da tutti nella loro fresca interezza. Pochi giornali italiani, anche blasonati e con storie secolari alle spalle, hanno agito in questo modo, nonostante la passata disponibilità di fondi europei destinati ai salvataggi della memoria. Poi il gruppo promotore ha cercato tutti gli ex direttori e ha chiesto loro di scrivere un breve articolo destinato al numero speciale dei 50 anni.
È così emerso che nelle aule del Liceo Guglielmo Oberdan si sono “formati” all’ombra del “Cinque più” numerosi giornalisti presenti con articoli e servizi sulla cosiddetta “carta stampata”, nelle radio e televisioni private e pubbliche. Ma anche nel mondo dei libri. Tra essi Fabio Amodeo, Gianni Marzini, Paolo Condò. Il primo ha lavorato al Piccolo, alla Cittadella, a Trieste Oggi e in molte altre testate specializzate in fotografia e automobilismo. Marzini è caporedattore della sede regionale Rai, Condò dal Piccolo è passato negli Anni Ottanta alla Gazzetta dello Sport di cui è una delle firme di punta. Si potrebbe continuare a lungo in questo elenco ma per non tediare il lettore tutti i nomi saranno visibili sul numero speciale che uscirà domani e sarà distribuito nel corso della festa. «Cinquant’anni non sono cosa da poco», si legge nell’editoriale. «Sono epoche che scorrono, sono madri, figli, sorelle, cugini e zii, famiglie intere, o semplici pecore nere, passate per l’Oberdan per poi finire nel ciclostile di Cinque più. Inchiostro, pagine, carta, impegno, gruppo, divertimento, witz, politica, sport, musica, casin, il Cinque più insomma».
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