Commesse straniere “incerte”: a casa 24 interinali dell’Alcatel
Nella filiale triestina della Alcatel-Lucent, fino ad ora, il 2014 aveva viaggiato controcorrente, accumulando tra gennaio e settembre una settantina di posti di lavoro in più, ancorché a chiamata e non di ruolo. Adesso, però, la crisi globale e il ricorso ai tagli alle spese per il personale presentano il conto pure alla fabbrica di strada Monte d’oro: per intanto, infatti, 24 contrattisti a termine, a breve termine a essere più precisi, che in parte coincidono con quella settantina di ingressi avvenuti nel corso dell’anno, escono dal giro, dal meccanismo dei rinnovi automatici, e restano a casa a disposizione delle agenzie di somministrazione di lavoro che forniscono appunto l’Alcatel di addetti a tempo. Otto di loro sono rimasti fuori a ottobre, altri 16 saluteranno invece alla fine di questa settimana, alla chiusura di novembre. Lavoratori a chiamata, in prevalenza di mese in mese, in attesa di chiamata. Precari al momento non più richiamati, e “selezionati” in base a criteri quali l’anzianità di servizio e il livello mansionale.
I numeri esatti sono stati forniti ieri pomeriggio dal management locale della multinazionale francese, leader nel campo dei prodotti hardware e software per le telecomunicazioni, ai rappresentanti dei dipendenti. Una comunicazione che, per quanto negativa, ha chiuso un periodo carico di illazioni e di paure nel bel mezzo del quale giravano voci secondo cui il taglio da qui a Natale sarebbe potuto arrivare a oscillare fra le 40 e le 60 unità. Ciò non vuol dire che l’emorragia sia finita qui: l’aggiornamento del fabbisogno di operatori in servizio sarà mensile però non è neanche escluso - questo hanno capito i sindacati sentendo i manager ieri - che prossimamente le necessità di mani e teste ricomincino a salire. Tutto dipenderà da quando, e se, l’Alcatel riuscirà a riprendersi una serie di clienti sparsi per il mondo, dal Brasile al Nord America fino alla Cina, di questi tempi rimasti alla finestra in un mercato che evidentemente è oggi più ingessato di ieri.
«La situazione attuale - ha confermato a metà pomeriggio dopo l’incontro con l’azienda Andrea Raini, Rsu della Uilm - è dovuta ad alcune commesse con società estere che per il momento non si sono concretizzate. Le ricadute occupazionali sono repentine perché oggi, a differenza di com’era un tempo, il mercato ha una cosiddetta visibilità ridotta, dove per visibilità s’intende il tempo che intercorre tra le previsioni di poter firmare un contratto di fornitura e la firma vera e propria. Siamo nell’ordine del mese e mezzo, non di più. Per questo motivo è stato stabilito che verranno calendarizzati incontri mensili proprio per aggiornare le eventuali ricadute occupazionali. Prendiamo atto della mancata richiamata di 24 colleghi, e non possiamo chiaramente esserne felici, certo non va dimenticato, anzi, che quest’azienda dà lavoro su questo territorio a tantissime persone e non vi è la preoccupazione, patita anni addietro, di eventuali delocalizzazioni. Ci auguriamo che nel 2015 il mercato si riprenda». Di commesse non saltate bensì «spostate in avanti nel tempo» parla in effetti Sergio Cortesi, Rsu della Fiom Cgil: «Purtroppo il nostro mercato è imprevedibile. Va rilevato comunque che il saldo occupazionale del 2014 resta positivo e che l’azienda ha avuto la sensibilità di convocare i lavoratori interessati da questa contrazione di numeri senza aspettare che essi ricevano un messaggino dall’agenzia di somministrazione».
«Non ho - ha precisato infine in serata Marco Angelo Colombo, Trieste plant manager Alcatel Lucent - assolutamente niente da aggiungere. I sindacati si assumono la responsabilità di quello che dicono. Non c’è nulla di eccezionale da riferire, si tratta di un normale adattamento ai carichi lavorativi, un aggiustamento peraltro minimale».
@PierRaub
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