Commessa da 12 milioni alla Navalimpianti

Nata a Genova, ma da subito con un braccio operativo a Monfalcone, Navalimpianti taglia il traguardo dei 40 anni, guardando avanti. Senza nascondersi che anche i prossimi due anni saranno duri, ma...

Nata a Genova, ma da subito con un braccio operativo a Monfalcone, Navalimpianti taglia il traguardo dei 40 anni, guardando avanti. Senza nascondersi che anche i prossimi due anni saranno duri, ma pronta ad affrontarli capitalizzando ciò che le ha consentito di superare gli ultimi tre senza ricorrere a un'ora di cassa integrazione: eccellenza, capacità di adattamento, diversificazione, internazionalizzazione. Un mix che parte da lontano, come spiega il vicepresidente e direttore della sede di Monfalcone Attilio Dell'Osso, grazie all'intuito dei due fondatori della società, Lorenzo Olivieri, che non c'è più, e Carlo Viganò, presidente di Navalimpianti. Così a Monfalcone, 42 addetti tra progettisti, amministrativi, tecnici e operai sui 270 dipendenti del gruppo, si sta realizzando il sistema di movimentazione tubi di una grande unità Saipem in costruzione.

Si tratta di una commessa del valore vicino ai 12 milioni cui si affiancano quelle acquisite per navi passeggeri nei cantieri Stx (ex Chantiers de l'Atlantique) a Saint Nazaire e in quelli tedeschi di Meyer Werft. «Al momento abbiamo in campo offerte per navi acquisite dai cantieri di Turku in Finlandia, oltre che da quelli francesi e tedeschi - spiega Dall'Osso -, e per altri tipi di impianti. L'impegno è quello a tener duro, perché in questo momento i prezzi sono molto tirati a causa della riduzione del volume di lavoro. I margini, quindi, non sono quelli che dovrebbero essere. Il vanto è però di non aver fatto finora un'ora di cassa». La formula è stata quella di aver diversificato produzione e clienti (il 40% del volume di attività è comunque legato a Fincantieri). Navalimpianti si è insediata a Monfalcone già nel 1971, prima in zona Schiavetti, poi nell'attuale collocazione in via Terza Armata al Lisert, a fronte dei lavori di installazione commissionati dall'allora Italcantieri. «Presto ci si è resi conto che per non sottostare ai diktat dei produttori di impianti - spiega Dall'Osso - dovevamo progettare e realizzare in casa quanto poi andavamo a installare, pensando anche al service».

La società lo ha fatto anche aprendo nel 1996 uno studio di progettazione a Pola e nel 1993 Navalimpianti Usa, dedita all'aftersale service. Prima impegnata sulle grandi petroliere, artefice del sistema elevatore degli areomobili imbarcati sulla portaelicotteri Garibaldi, Navalimpianti è entrata da subito nella produzione delle navi passeggeri avviata nel 1989 con la prima Crown Princess, di cui la società ha firmato portelloni e gru delle scialuppe. «Dobbiamo dare atto a Fincantieri di averci introdotto in un mercato che ci ha consentito di internazionalizzarci» sottolinea Dall’Osso. Navalimpianti ora ha un ufficio di rappresentanza a Shangai e sedi commerciali in Giappone, Belgio, Germania, negli Emirati Arabi e Singapore. Il core business rimane la progettazione, costruzione, fornitura e montaggio di gru per imbarcazione di salvataggio, sistemi di movimentazione di carico per navi da crociera, rampe di accesso dei traghetti e coperture scorrevoli per le piscine delle passeggeri. Nel 2007 il gruppo ha però allargato la sua attività anche agli impianti luce ed elettrici.

Laura Blasich

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