Commercianti corteggiati fra piazza-arena e bus free

In pochi anni giù molte serrande. Le ricette delle quattro candidate sindaco
28/03/2010.Si vota per il rinnovo del consiglio regionale dell'Emilia Romagna
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MONFALCONE Con una crescita rachitica di nuove insegne, la fuga delle botteghe storiche e una concorrenza spietata di outlet e discount fuori porta il commercio è uno dei “problemoni” di Monfalcone. Pressoché costante nell’ultimo decennio. E parallelo, per ovvi motivi, alla crisi economica che attanaglia il territorio. Un cruccio davanti al quale, ogni candidata smaniosa di piazzarsi sullo scranno più alto di piazza della Repubblica, propone la sua ricetta salvifica nel programma elettorale depositato e pubblicato all’Albo pretorio, da tutti consultabile.

 

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«Con 150 negozi chiusi in pochi anni, c’è poco da andar fieri», diceva la scorsa settimana, alla presentazione del team, la pentastellata Elisabetta Maccarini. Oltre al “catalogo” delle attività artigianali (perché ci sono «figure professionali in via di estinzione» da tutelare), la candidata del M5S - bersagliata sui social, proprio in merito al programma, per motivi di “copyright” grillini - propone diversi indirizzi. Al fine di rilanciare l’area centrale, suggerisce infatti la «chiusura sperimentale di alcune zone al traffico veicolare», monitorando i comportamenti dei cittadini. Ma anche la regolamentazione dell’orario di apertura dei locali con strumenti flessibili, una rimodulazione della tariffa di occupazione del suolo pubblico, «agevolazioni fiscali e incentivi per le affittanze degli spazi» per le attività. Riequilibrare l’offerta di beni e servizi si può: basta individuare peso e distribuzione delle tipologie commerciali; quanto agli eventi vanno “sintonizzati” alle iniziative dei comitati rionali. Infine, puntando alla filiera corta, Maccarini ben vedrebbe a Monfalcone un «mercato per incentivare l’acquisto di prodotti del territorio». Idea già percorsa dall’assessore uscente Paola Benes.

«Anche per il settore terziario, per le attività commerciali, negozi ed esercizi, per i servizi alle persone e alle imprese si attiveranno iniziative di supporto - promette la dem Silvia Altran nel suo programma -, con la collaborazione delle associazioni di categoria, per incentivarne crescita, competitività e conseguente capacità di creare nuovi posti di lavoro. Coglieremo le opportunità intessute con pazienza e perizia in questi anni nel campo delle nostre relazioni internazionali e nazionali per fare il salto di qualità». Va inoltre favorito l’insediamento del sistema artigianale e commerciale, «sia nelle aree centrali come via Sant’Ambrogio sia in quelle periferiche, in un quadro di sempre maggiore abbellimento del tessuto urbano». Le manifestazioni nel cuore storico si devono sposare con gli eventi dei rioni, mentre proseguiranno le sistemazioni (già attuate) di giardini, strade, marciapiedi e impianti d’illuminazione.

La sfidante bis Anna Cisint (coalizione di centrodestra) parte invece dal potenziamento dell’attrattività turistica e culturale, con più eventi coordinati. «La piazza va pensata come un’arena a cielo aperto per gli spettacoli estivi di rilievo», scrive nel suo programma. Ma deve essere anche lo snodo centrale di un percorso urbano che funga da centro commerciale all’aperto. Per Cisint «obiettivo principale della nuova amministrazione sarà restituire il piacere della passeggiata». Come? Tramite «controlli a tappeto e tolleranza zero verso coloro che non rispettano le norme in materia di commercio e quelle igienico-sanitarie», anche con «specifiche ordinanze». E poi «istituiremo un ufficio marketing per promuovere le attività, pure consentendo ai giovani diplomati e laureati di sviluppare progetti». Ritenuti strategici, infine, l’«eliminazione della corsia per i bus di via Rosselli», l’inserimento di parcheggi sul lato nord della piazza e in Corso del popolo (via i panettoni), nonché il restyling di viale San Marco per valorizzare la promenade caratterizzata dal profumo di tiglio.

Suzana Kulier di Alternativa per Monfalcone ritiene strategico «cessare qualsiasi rapporto e foraggiamento di pseudo centri commerciali». Bisogna «ottenere un quadro conoscitivo della distribuzione commerciale tradizionale e/o organizzata» per tarare l’azione; moltiplicare le domeniche con iniziative in piazza e collaborare coi commercianti per sostenere le loro idee. Ci vogliono infine «più controlli da parte dei vigili e maggior pulizia delle vie», con un potenziamento dell’illuminazione del centro allo scopo di aumentare la percezione della sicurezza e il mantenimento del «decoro anche cercando di contenere gli escrementi di piccioni e colombi». Da ultimo, mezzi pubblici gratis al sabato e più sosta free.

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