Commemorata a Pola e a San Giusto la strage di Vergarolla

Un’esplosione sulla spiaggia 67 anni fa uccise un centinaio di istriani italiani. I riti e il messaggio di solidarietà ai partenti delle vittime della presidente del Fvg, Serracchiani: «Accertata la responsabilità degli uomini di Tito»
Silvano Trieste 18/08/2013 Commemorazione Vittime di Vergarolla
Silvano Trieste 18/08/2013 Commemorazione Vittime di Vergarolla

Anche a Trieste, così come a Pola, è stato ricordato l’anniversario della strage di Vergarolla compiuta 67 anni fa, quando sulla spiaggia della città istriana saltarono in aria nove tonnellate di esplosivo contenute in 28 mine residuati di guerra. Una carneficina, con un centinaio di morti e 200 feriti. È ormai opinione comune che si sia trattato di un atto terroristico contro i polesani finalizzato a cacciarli dalla città nell’immediato dopoguerra.

La federazione Grigioverde e la Famiglia Polesana ieri sera hanno commemorato le vittime della strage davanti al cippo eretto sul colle di San Giusto in memoria di quell’evento.

Da notare il messaggio fatto pervenire dalla presidente del Fvg, Debora Serracchiani: «La Regione e io personalmente rinnoviamo il cordoglio ai parenti delle vittime della strage di Vergarolla e auguriamo che sempre più forte si manifesti la volontà di concordia e di rinascita nel giusto ricordo; verso quei morti innocenti abbiamo ancora un debito morale. La strage di Vergarolla, per le modalità subdole e indiscriminate con cui fu perpetrata, ma anche per la cortina di silenzio e di travisamenti che a lungo l'avvolse è senz'altro uno degli episodi più cupi del secondi dopoguerra», aggiunge Serracchiani. Sono passati 67 anni da quel giorno di dolore e di lutto, «è tuttavia confortante - scrive Serracchiani - verificare come il tempo, le generazioni, e soprattutto l’impegno delle donne e degli uomini raccolti nelle varie associazioni e comunità, degli italiani rimasti e degli esuli, abbiano saputo pervenire, giungendo da strade diverse, a questo fondamentale punto di umana comunione, che si riconosce nei morti e nell'onore che si rende loro».

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