Comitato portuale, rinviata la questione del segretario generale

Riunione al Magazzino 26 in Porto Vecchio, non va a segno il "colpo" della presidente Monassi. Il sindaco Cosolini chiede la nomina di un dirigente facente funzioni
Il tavolo del Comitato portuale di questa mattina al Magazzino 26 del Porto vecchio (foto Silvano)
Il tavolo del Comitato portuale di questa mattina al Magazzino 26 del Porto vecchio (foto Silvano)

Il secondo punto all'ordine del giorno della riunione del Comitato portuale era "Segretario generale: delibera". Il punto però è stato rinviato. E' una delle prime notizie che filtrano dalla riunione ancora in corso al Magazzino 26 in Porto Vecchio. Non è dunque andato a segno il "colpo di mano" dell'attuale presidente dell'Authority, Marina Monassi.

Il sindaco, anche in base alla mozione approvata a larga maggioranza in Consiglio comunale e mirata proprio a far rinviare la nomina, ha chiesto alla presidente dell'Authority Marina Monassi che nel ruolo di segretario venga nominato un "facente funzioni" fino all'insediamento della prossima presidenza.

Autorità portuale, solo due i nomi presentati al ministro
La Torre del Lloyd sede dell'Authority

A fine riunione è emerso che la nomina è stata rinviata «per ragioni di opportunità». «Riteniamo che sia una scelta che competa al prossimo presidente dell'Autorità Portuale», ha riferito la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani. «Abbiamo ritenuto - ha aggiunto - che vi fossero le condizioni per la nomina di un facente funzioni che resti in carica fino alla nomina del prossimo presidente dell'Autorità Portuale». Dopo le dimissioni rassegnate a luglio da Walter Sinigaglia, il rinvio della nomina è stato approvato all'unamimità

Intanto, arrivando al Magazzino 26 dove era in programma la riunione, il presidente della Camera di commercio Antonio Paoletti ha dichiarato che "la richiesta" del nome da proporre al ministero per la carica di presidente "è arrivata stamattina".  Proprio ieri sera la giunta camerale aveva deliberato di non esprimere una propria preferenza motivandola con la mancata richiesta da parte di Roma.

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