Comedil-Terex ha chiuso i battenti

Con l’ultima gru l’azienda ha cessato le produzioni. Iniziato lo smantellamento
Di Laura Blasich
Altran Monfalcone-29.08.2011 Nuove gru-Terex-Via Timavo-Monfalcone-Foto di Katia Bonaventura
Altran Monfalcone-29.08.2011 Nuove gru-Terex-Via Timavo-Monfalcone-Foto di Katia Bonaventura

Lo stabilimento Comedil Terex ha cessato del tutto la sua attività di produzione di grandi gru, in cui era specializzato ormai da una decina d'anni, da quando la Maraldi fu comprata dal gruppo Fantuzzi Reggiane. All'interno rimangono solo un paio di impiegati e operai per completare l'operazione chiusura con lo svuotamento degli uffici e dell'enorme capannone.

Fino al 31 gennaio in fabbrica c'era invece ancora una quindicina dei 60 lavoratori diretti, per i quali è stata aperta la cassa integrazione straordinaria per cessata attività e la mobilità incentivata, strada imboccata da molti. C'era da finire l'ultima gru, un colosso in grado di sollevare fino a 150 tonnellate. «L'abbiamo completata in tempi record», rivendica un gruppo di lavoratori, tra gli ultimi a lasciare la fabbrica e a firmare la mobilità, così da ottenere il massimo degli incentivi previsti dall'accordo siglato da azienda e sindacati dei metalmeccanici. Lo hanno fatto, però, non senza l'amaro in bocca per come, spiegano, si è svolta tutta la vicenda Terex. «L'acquisizione da Fantuzzi sarà pure stata fatta a denti stretti - dicono -, ma poi fino a qualche mese fa ci eravamo sentiti dire che quello di Monfalcone era un sito strategico. Parole cui non è seguito alcun fatto: pochissimi investimenti, passaggio del personale, ma non della proprietà del terreno, a Comedil poco più di un anno fa, niente direttore dai primi mesi del 2011, nessuna acquisizione di ordini da un certo punto in poi». Da quello in cui, con tutta probabilità, riconoscono i lavoratori, Terex ha capito di poter assumere il controllo della diretta concorrente dei prodotti Fantuzzi, la tedesca Demag Gottwald. «E così Monfalcone perde un prodotto che poteva essere trainante, ad alta tecnologia e quasi unico - sottolineano i lavoratori -. Speriamo che le istituzioni facciano fruttare questa lezione, perché vicende del genere non si ripetano più». I lavoratori non ritengono il massimo l'accordo per la gestione della chiusura siglato da azienda e sindacato, con l'avvallo, va ricordato, della quasi totalità dei dipendenti. «Il nostro accordo per la nostra area è buono - osservano -, ma quello strappato per Bagnolo ci risulta migliore. Ci si poteva muovere con meno fretta. Quanto poi alla ricollocazione, hanno trovato un altro lavoro per ora si e no cinque-sei persone, e non grazie a Comedil, e un altro paio si è messo in proprio». Il sindacato da parte sua rivendica di aver fatto il massimo e di aver ottenuto un'intesa migliore di quella stretta per Bagnolo. «Pure là, fra l'altro, ci sono 60 esuberi», sottolinea Fabio Baldassi della segreteria provinciale della Fiom Cgil. «Dovremo invece avere quanto prima un nuovo incontro con Comedil sulla cessione dell'area - aggiunge Baldassi -. Sappiamo che la società sta effettuando tutti i passi per arrivare a una valutazione della proprietà. Seguiremo con attenzione le trattative per la vendita dell'ex Fantuzzi, perché lì va ricollocato chi è ancora in carico all'azienda«.

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