Come trattare i deficit cognitivi con farmaci nootropi: la tesi di Francesca discussa alla facoltà di chimica

«Farmaci Nootropi per il Trattamento di Deficit cognitivi», è questo il titolo di una tesi alquanto al passo con i tempi discussa recentemente all’Università di Trieste da quella che è diventata...
«Farmaci Nootropi per il Trattamento di Deficit cognitivi», è questo il titolo di una tesi alquanto al passo con i tempi discussa recentemente all’Università di Trieste da quella che è diventata ormai una ex studentessa del Dipartimento di Scienze chimiche e farmaceutiche, Francesca Bellavia. Un tema molto discusso e non affatto semplice: i farmaci nootropi, il cui termine deriva dal greco “nous”, cioè intelletto, e “tropos”, cambiare, modificare, sono noti anche come “Smart drug” ovvero farmaci intelligenti, siano questi di origine vegetale o sintetica. I nootropi si ripromettono di aumentare le capacità cognitive, azione che la tesi di Bellavia considera come un’opzione terapeutica in patologie caratterizzate da deficit cognitivo. Come ha strutturato la tesi? «Ho analizzato i deficit cognitivi presenti in queste patologie: Alzheimer, la demenza correlata al Parkinson, il deficit d’attenzione e iperattività e il post ictus. Parallelamente ho classificato e analizzato i principali farmaci nootropi testati in queste malattie ed i risultati emersi».


«È importante sottolineare che molti composti sono in fase di sperimentazione e i farmaci in commercio presentano unicamente l’indicazione terapeutica per l’Adhd, la sindrome da deficit di attenzione e iperattività. E poi? Ho compreso i meccanismi d’azione responsabili dell’aumento delle abilità cognitive intese come processi mentali associati a comprensione, concentrazione, memoria, problem solving e funzioni esecutive. Il lavoro maggiore consiste nel raccogliere i risultati degli studi clinici condotti su campioni di pazienti affetti da tali deficit. Quale è stato l’obiettivo? Ampliare il ventaglio terapeutico in questi disturbi, andando al di là dell’approccio sintomatico, e cercare di ridurre gli effetti collaterali delle terapie sinora accreditate. Purtroppo i risultati non sono ottimali, i nootropi possono essere considerati come approccio nelle fasi iniziali, però tenendo presente che vi è una elevata variabilità di risposta ai composti. Che importanza hanno i farmaci nootropi sul mercato italiano? Vengono poco prescritti, i medici sono scettici. Mentre gli integratori costituiscono una vasta fetta di mercato. E ora dove lavora e che cosa ama di più del auo mestiere? Nella farmacia di famiglia. Oltre a servire i farmaci al banco, mi piace seguire gli altri servizi che offriamo, in particolare l'elettrocardiogramma, l'analisi del colesterolo ecc. Ma continuo anche a studiare, perché con mia sorella, anche lei farmacista, mi sono iscritta a un master».


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