Come fare per proteggere il nostro cuore, le ultime novità

Oltre 18 mila partecipanti alla riunione annuale dell’American Heart Association a Chicago

TRIESTE Oltre 18 mila partecipanti, un migliaio di speakers tra i più importanti al mondo, un centinaio di aziende farmaceutiche: questo l’identikit del meeting annuale dell’American Heart Association, la più grande associazione nel campo delle malattie cardiovascolari. Li ha accolti una fredda ma vibrante Chicago, accompagnandoli nello scorso weekend con uno sforzo collettivo globale. Tutto era sponsorizzato: dalla pubblicità sui bus alle chiavi con il nome dei farmaci sulle chiavi degli hotel. Erano sponsorizzati persino i corrimani delle scale mobili nell’enorme McCormick Conference Center e i copri-sedili degli shuttle bus ufficiali.

Il grande focus del meeting è stato sulla prevenzione. Se volete sapere se siete a rischio di sviluppare un infarto o un ictus, collegatevi al sito web: http://static.heart.org/riskcalc/app/index. html#! /baseline-risk e calcolate quale sia la vostra probabilità individuale. I fattori di rischio sono sempre quelli: ipertensione, fumo, colesterolo alto, diabete, stili di vita sbagliati.

Per quanto riguarda il colesterolo, sono state rilasciate le nuove linee guida per il trattamento. Ormai è chiaro che non esiste una soglia reale di colesterolo-Ldl (quello “cattivo”) sopra la quale bisogna trattare i pazienti; il principio generale è che quanto più questo è basso tanto meglio è. Gli studi più recenti indicano che la situazione ideale è quella in cui il colesterolo totale è inferiore a 150 mg/dL e il colesterolo-Ldl inferiore a 100 mg/dL. Ma meno di metà della popolazione adulta è in questa condizione ottimale, e per tutti gli altri bisogna considerare una terapia. Secondo le nuove linee guida, questa va altamente personalizzata.

Per abbassare il colesterolo abbiamo a disposizione farmaci consolidati e potenti (le statine) e anche nuovi farmaci (gli anticorpi monoclonali contro la proteina Pcsk9) che vanno usati in condizioni specifiche. Sempre in termine di prevenzione, altri protagonisti del meeting sono stati gli acidi grassi Omega 3 dell’olio di pesce. Sono stati presentati i risultati di una vasta sperimentazione clinica (il trial Vital), in cui più di 25 mila persone per 5 anni hanno ricevuto, come supplemento alla dieta, una dose di Vitamina D3 e 1 grammo al giorno di Omega 3 derivata dai pesci. Mentre la Vitamina D3 non ha avuto effetto misurabile, gli individui che avevano assunto gli Omega 3 hanno mostrato una riduzione di quasi il 30% nell’incidenza di infarto cardiaco. La protezione diventava di oltre il 50% nelle persone che mangiavano pesce meno di una volta al mese.

In conclusione: dobbiamo imparare ad avere sempre più cura del nostro cuore: più lo proteggiamo più a lungo riusciremo a vivere. –

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