Comar: «Efficienza energetica per trainare l’edilizia»

Parla il nuovo presidente dell’Ance regionale che subentra a Valerio Pontarolo: «Più ristrutturazioni e recupero urbano, meno speculazione»
Un cantiere edile
Un cantiere edile

TRIESTE. Andrea Comar, 53 anni, è il nuovo presidente dell’Ance Friuli Venezia Giulia, l’associazione dei costruttori edili, con un mandato triennale. Già alla guida della sezione di Gorizia, Comar subentra a Valerio Pontarolo. É titolare di una delle imprese storiche dell’isontino, la Comar Costruzioni (fondata nel 1949), da quando nel luglio 1980 il padre Marino si infortuna gravemente in un cantiere. Da quel momento Andrea assume la guida dell’azienda. Oggi è convinto che il settore deve cambiare se vuole uscire da una crisi che continua a mordere: «Oggi l’edilizia deve investire sulle prestazioni energetiche dell’immobile per ridurre i costi di gestione che sono diventati insostenibili». Il settore delle costruzione in regione conta circa 38 mila addetti e 16 mila imprese. Dallo scoppio della crisi nel 2008 l’edilizia ha bruciato in regione 6.800 posti e sono “sparite” 1.200 imprese.

Andrea Comar
Andrea Comar

Comar, qual è il prezzo della crisi?

La crisi sta trasformando l’edilizia abitativa. I costruttori devono introdurre elementi di progettazione innovativi. Per anni abbiamo considerato la casa come un museo della soggettività. Ci si rinchiudeva fra quattro mura per cercare il massimo confort possibile come in un guscio. Oggi questo modello non è più sostenibile. Bisogna recuperare le case allo spazio urbano.

E nel concreto?

Ad esempio ristrutturando le aree dismesse che necesssitano di riqualificazione come le caserme dismesse. L’Ater ha censito in regione una grande disponibilità di immobili non ancora utilizzati. Parliamo di 360 mila alloggi. I Comuni piccoli non hanno le risorse per gestire situazioni complesse. Dobbiamo aiutarli.

La Regione punta anche sulla ristrutturazioni per rilanciare il settore edile.

Condivido questa scelta. Dobbiamo valorizzare il patrimonio esistente e poi investire su nuove costruzioni senza dare spazio alla speculazione. I piani urbanistici devono valutare le reali necessità di sviluppo del territorio anche sotto il profilo economico e demografico. Servono politiche in grado di agevolare gli interventi di riqualificazione con sgravi fiscali sulla base di progetti mirati.

C’è una ripresa degli investimenti nel settore pubblico?

Grazie all’allentamento dei vincoli del patto di stabilità si ricomincia a investire dando ossigeno alle aziende. Penso agli interventi di riqualificazione energetica nell’edilizia scolastica. Ma siamo ancora lontani dall’uscita da una crisi durata anni. Anche nel settore privato riparte la riqualificazione degli immobili ma non dimentichiamo che il numero delle concessioni edilizie oggi sono al livello del 1936. Sta affiorando un risveglio di interesse da parte delle imprese ma i tempi di una vera ripresa saranno lunghi.

Come valuta la legge regionale sulla riforma delle politiche abitative che prevede fra l’altro un contributo regionale per chi acquista da un’impresa una casa ristrutturata?

É una spinta importante al settore che l’Ance ha seguito nella sua stesura. Tuttavia al momento è solo un grande contenitore con una serie di indirizzi e siamo ancora in attesa dei regolamenti. Siamo disponibili ad assecondare questo percorso per dare tutta l’assistenza necessaria.

Le grandi infrastrutture?

Positivo l’appalto della piattaforma logistica nel porto di Trieste. Una struttura industriale e operativa di grande importanza. Penso anche al polo intermodale di Ronchi. Infine la grande sfida del porto Vecchio di Trieste: una opportunità storica.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo