Colpo di scena al cda di Ttp: dimissioni bis di Napp

L’amministratore delegato torna sulla sua decisione e lascia l’incarico dopo sette anni di attività. Entro il 10 maggio il temporaneo successore
Lasorte Trieste 28/04/19 - Nave Artania
Lasorte Trieste 28/04/19 - Nave Artania

TRIESTE Franco Napp non è solo un uomo di mare, è anche un uomo di spettacolo. Che non ha fatto mancare un altro coup de théatre nella vicenda Ttp (Trieste terminal passeggeri): infatti, dopo aver ritirato in data 23 aprile le dimissioni dalla carica di amministratore delegato, ieri pomeriggio, in occasione di una riunione del consiglio di amministrazione, Napp si è nuovamente dimesso dalla guida operativa della società, che ha timonato per quasi 7 anni dal giugno 2012. «Un passo indietro». Lo ha fatto, come egli stesso ha dichiarato, per ragioni «strettamente personali», anticipando peraltro di alcune settimane la scadenza naturale del mandato. Napp ha spiegato che, alla luce del mutato assetto azionario di Ttp in seguito al subentro di Msc a Unicredit (quota del 35%), ha voluto agevolare e accelerare il cambiamento in seno agli organismi direttivi dell’azienda.

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Un comunicato di Ttp riporta il ringraziamento del presidente Zeno D’Agostino: «Napp ha saputo calamitare a Trieste l’interesse dei grandi gruppi armatoriali». Per chiarire gli accadimenti, è opportuno rammentare la sequenza delle decisioni assunte nelle ultime due settimane dal manager-imprenditore: a causa dell’interdittiva disposta dal gip Laura Barresi il 15 aprile scorso correlata all’inchiesta su Depositi Costieri, Napp ha lasciato una prima volta l’incarico.

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Per riprenderlo il 23 aprile quando l’interdittiva era stata revocata. Ha chiesto allora una convocazione del cda, al quale ha infine consegnato le deleghe: insomma - ha fatto capire - volle andarsene con le proprie gambe. Napp ha lasciato anche il posto nel board, che adesso resta composto dal presidente Zeno D’Agostino (Autorità portuale) e dai consiglieri Umberto Malusà (Autorità), Beniamino Maltese (Tami), Claudio Aldo Rigo (Tami).

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Riepilogo per una corretta comprensione del contesto: Ttp è partecipata al 40% dall’Autorità e al 60% dalla cordata privata Tami. A sua volta Tami ha quali soci - le quote sono qui arrotondate - Msc (35%), Costa crociere (35%), Giuliana Bunkeraggi (20%), Generali (10%). Entro una decina di giorni il consiglio di amministrazione sarà ancora convocato per valutare una serie di temi, tra cui il temporaneo successore di Napp, l’esame del bilancio 2018 anche alla luce della sconfitta subìta al Tar nel contenzioso con il Comune sulla locazione dei posti-auto al Molo IV, la convocazione dell’assemblea che rinnoverà le cariche sociali e approverà i conti. L’esercizio 2017 si era chiuso con un utile di circa 250 mila euro. Napp lascia una società terminalistica, i cui beni strumentali sono la Stazione Marittima, l’annesso Magazzino 42, il Molo IV, i parcheggi. Vi lavorano una dozzina di persone. Alle crociere si accompagna la gestione convegnistica delle sale. Per il 2019 le previsioni di Ttp stimano 100 mila passeggeri, che dovrebbero salire a 140 mila nel 2020 con le 12 toccate di “Msc Lirica”.

Ma sull’andamento di Ttp aleggia l’incognita-Comune. Nella sdemanializzazione di Porto vecchio, sono passati al Municipio anche gli stalli-auto del Molo IV. Fino ad allora Ttp aveva pagato all’Autorità una concessione di circa 120 mila euro annui. Con il Comune la concessione viene trasformata in locazione e la dazione sale a 590 mila euro. Ttp ricorre al Tar ma perde. E deve al Comune anche una milionata di arretrati. Impugnerà avanti al Consiglio di Stato? —


 

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