Colpo da 40 mila euro a San Vito a Trieste, sradicata la cassaforte nella notte: ecco cos’è successo

I ladri si sono introdotti nell’abitazione in via Tedeschi fra piazza Carlo Alberto e viale Romolo Gessi aprendo la porta blindata. Uno spray sull’ingresso per indicarla

Gianpaolo Sarti

L’incubo dei furti in casa è tornato a materializzarsi. Stavolta tra San Vito e Sant’Andrea: al civico 5 di via Tedeschi, la stradina che collega piazza Carlo Alberto a viale Romolo Gessi. I ladri sono entrati in un appartamento dove abita un ex dirigente pubblico con la sua famiglia; è successo durante la notte di Capodanno, tra il 31 e il primo gennaio. Sono riusciti a trovare la cassaforte e l’hanno divelta dal muro portandola via. Dentro non c’erano soldi in contanti, ma braccialetti, catenine e quant’altro. «I ricordi di una vita e qualche oggetto ricevuto in eredità», spiega l’ex dirigente che, per comprensibili motivi di riservatezza (e sicurezza), chiede l’anonimato. Il valore è stimato grosso modo in 40 mila euro. Altro non è stato sottratto.

La strategia dei malviventi

I malviventi hanno approfittato del fatto che in quei giorni nessuno fosse in casa: la famiglia era via, in vacanza. Eccetto uno dei figli che, per ragioni di studio, ha preferito rimanere a Trieste; è stato lui ad accorgersi del furto. Ha avvisto i genitori e le forze dell’ordine. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri che ora si stanno occupando delle indagini.  Chi ha colpito deve essere un professionista: per introdursi nell’appartamento non ha scassinato la porta di ingresso, ma è riuscito ad aprila con una certa facilità. E si tratta di una porta blindata, sebbene non nuovissima. A dimostrazione, ormai, che chi compie questo genere di furti lo fa con una certa disinvoltura.

Gli strumenti usati per entrare

Da quanto risulta i ladri potrebbero aver utilizzato un utensile particolare, una sorta di chiava denominata “topolino” per la sua forma particolare oppure una “bulgara”. Sono ipotesi, ma piuttosto plausibili visto che – come detto – la serratura non ha particolari segni di effrazione o danneggiamento. Non appena entrati i malviventi hanno abbassato le tapparelle. Nessuno degli altri inquilini della palazzina si è accorto di nulla. D’altronde era la notte di Capodanno e i botti dei festeggiamenti hanno coperto eventuali rumori. Ma stavolta i ladri devono aver messo in atto anche un altro stratagemma. Per essere certi che tra il 31 e l’1 l’appartamento fosse vuoto, potrebbero aver spruzzato uno spray trasparente sulla superficie della porta e sulla maniglia. Se la sostanza rimane intatta sul pomolo e sulla porta, significa che nessuno l’ha toccata e che quindi l’appartamento non è frequentato.

La patina sulla porta

Gli investigatori e la famiglia stessa, infatti, si sono accorti di una sorta di patina lucina che si intravede in controluce avvicinando lo sguardo: è questo spray o un’altra sostanza impiegata per lubrificare la serratura? Non si sa. Ma il sospetto che possa trattarsi di un nuovo sistema di verifica, c’è. Anche perché, come detto, pure la porta era cosparsa da questa patina trasparente. Nei mesi scorsi, in casi analoghi, erano stati notati altri metodi di segnalazione: i filamenti di colla sui cancelli, ad esempio, o le scritte in codice lasciate in prossimità dei campanelli.

Zona monitorata dai ladri

Resta il dubbio su come i malviventi sapessero dell’assenza della famiglia. Evidentemente monitoravano la zona e sono andati sul sicuro.  Questa volta i ladri non hanno messo a soqquadro l’appartamento, come avvenuto in altre circostanze: a ben vedere sono davvero pochi gli oggetti spostati e lasciati in disordine. Sapevano anche dalle cassaforte? Sapevano quindi cosa cercare?  «Quando sono entrato in casa ho visto una luce accesa – racconta il ragazzo, figlio del dirigente, che ha scoperto il furto – pensavo fosse mio fratello. Poi ho capito».

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