«Colpa del degrado che dura da anni»

Lo sfogo di alcuni storici operatori sopravvissuti alla moria «Questa parte della città è stata trascurata per troppo tempo»
A raccontare come il volto del Borgo Teresiano si sia modificato nel corso del tempo ci sono alcuni storici esercenti, spettatori privilegiati dei cambiamenti radicali avvenuti anno dopo anno. Tra chi lavora da decenni nella zona ci sono i titolari dell’autoscuola Mambrini, dal 1991 in via Ghega. «Abbiamo visto passare diversi momenti - spiega Riccardo Mambrini Gregoretti -. Prima i flussi di acquirenti d’oltreconfine che poi, lentamente, se ne sono andati. Il loro addio ha portato alla scomparsa di molti negozi triestini, sostituiti da altrettanti esercizi gestiti da commercianti cinesi. E ora assistiamo pure al declino delle loro attività (a lungo indicate con l’espressione “lanterne rosse”,
ndr
). Un fenomeno che ha una spiegazione fin troppo chiara: per tanti, troppi anni, è stata trascurata completamente questa parte di città, che pur ha una lunga storia alle spalle. Le diverse amministrazioni sembrano averla lasciata al suo destino: non pare ci sia un interesse a recuperarla e a valorizzarla. Forse si aspetta che gli immobili di questa zona perdano valore. chissà per quale motivo. È trasandata, sporca, abbandonata a se stessa».


Proprio su via Ghega hanno chiuso diversi negozi anche nell'ultimo anno. Tra questi un ampio locale che vendeva piastrelle, attualmente in vendita, con sei finestre sulla strada e due ingressi, e ancora un barbiere e altri piccoli spazi. «La cosa grave - aggiunge Mambrini - è che hanno permesso recentemente di trasformare un ex negozio in garage ed è una soluzione sbagliata. Facendo così si rischia che tutta la zona si trasformi in parcheggi, snaturando quella natura commerciale che per tanti anni l’ha contraddistinta».


Locali vuoti, quindi, ma anche episodi di degrado nelle vie più defilate. «Per fortuna la situazione nella zona attorno al nostro albergo è comunque vivace - spiega Stefano Stern dall’hotel Milano -. Non ci sono tante chiusure, in più siamo vicino a un asse di scorrimento continuo e proprio davanti al conservatorio. Nelle strade vicine, e pure in piazza Vittorio Veneto, vedo invece spesso gente che fa la pipì sui palazzi, e bivacca all’aperto sia di giorno sia di notte».


Nonostante i seri problemi della zona, c’è comunque chi ha scelto ugualmente di investire nel Borgo Teresiano. È il caso dell’imprenditrice cinese Alessia Wu che, nell’ultim anno, ha rilevato Smolars, diventata ora Az Carta, e una drogheria in via Filzi, ora Az Pet. «In particolare l’ex Smolars - spiega - è una realtà vorremmo sviluppare bene. Era una cartoleria molto conosciuta e noi vogliamo proseguire l’attività in quel ramo. Abbiamo aperto nell’aprile del 2017: nei primi mesi gli affari non sono andati tanto bene ma poi abbiamo recuperato in periodi come Natale e l’avvio delle scuole. Speriamo per i prossimi mesi».


A fronte di alcuni negozi come quelli dove Alessia Wu è subentrata in tempi brevi, ne esistono tuttavia altri vuoti e invenduti da mesi visto il naufragio dei numerosi tentativi di darli in affitto o cederli definitivamente. Molti titolari si affidano tuttora ad agenzie immobiliari nella speranza che qualcosa si possa smuovere. Altri sono privati che tentano, in particolare sul web, ma anche con annunci appesi sulle vetrine, di proporre i propri spazi.


E sul mercato Andrea Oliva prevede qualche novità positiva in futuro. «C’è fermento - dice l’agente immobiliare -. Sento di investitori che chiedono informazioni sugli immobili del Borgo Teresiano, anche se solo quelli di zone precise e già riqualificate, ad esempio il tratto di via Trento subito dopo il “Ponte curto”, che può far leva sulla pedonalizzazione già realizzata. In particolare sono gestori di locali e anche qualche catena nazionale si sta interessando. Ci sono poi alcune vie, come Geppa, che al momento sono morte, ma che in futuro potrebbero rivitalizzarsi. Quando decollerà l’attesa riqualificazione di Porto vecchio, ad esempio, strade come la stessa via Geppa potrebbero tornare ad essere ambite. Bisogna aspettare insomma. Per il momento - conclude - chi cerca spazi commerciali lo fa soprattutto verso il centro, specie in Cavana».
(mi.b.)


Riproduzione riservata © Il Piccolo