Colomba: «Un errore l’operazione Friulano Il vino sta sparendo»

L’esponente di Slow Food contesta la strategia di marketing «Scelta elettoralistica. Si doveva puntare ai mercati globali»
Di Furio Baldassi
20070329 - ROMA -SOI- VINITALY: DE CASTRO, VINO GIOIELLO NOSTRA ECONOMIA- vari tipi di vino esposti alla fiera Vinitaly 2007 in corso a Verona. E' cominciato in treno il 41/O viaggio di Vinitaly: è iniziato a bordo del "Treno del Vino" che questa mattina con una corsa da Verona a Desenzano del Garda (Brescia) e ritorno ha permesso al ministro delle politiche agricole Paolo De Castro di inaugurare in modo insolito la grande fiera internazionale del vino e dei distillati. ANSA--COC
20070329 - ROMA -SOI- VINITALY: DE CASTRO, VINO GIOIELLO NOSTRA ECONOMIA- vari tipi di vino esposti alla fiera Vinitaly 2007 in corso a Verona. E' cominciato in treno il 41/O viaggio di Vinitaly: è iniziato a bordo del "Treno del Vino" che questa mattina con una corsa da Verona a Desenzano del Garda (Brescia) e ritorno ha permesso al ministro delle politiche agricole Paolo De Castro di inaugurare in modo insolito la grande fiera internazionale del vino e dei distillati. ANSA--COC

TRIESTE. «La situazione enologica nel Friuli Venezia Giulia? Vedo un momento di grande difficoltà che credo non sia temporaneo, ma che richiede una ristrutturazione complessiva». Detta da uno che sul futuro dei cosiddetti “Great Whites” era pronto a giurare, la frase fa quasi impressione. Ma Giulio Colomba, per anni guru di Slow Food in regione e non solo, ha il coraggio delle frasi oneste. Anche quando possono dare fastidio.

Adesso possiamo chiederglielo: l’operazione lancio del Friulano è stata un successo?

No, nel senso che i risultati stanno dimostrando che se ne produce e coltiva di meno. Sono stato ai vivai Rauscedo e ormai vendono solo barbatelle di Glera, per vinificare il Prosecco. Del Friulano non c’è più traccia.

Perchè, a suo avviso?

Credo si sia sbagliato di grosso a promuoverne l’uso in Friuli invece che mirare ai mercati del mondo. I numeri sono lì crudelmente a indicare che i milioni della promozione non hanno portato neanche al mantenimento dei livelli produttivi di prima, di un vino che reputo di altissima qualità.

Da cosa deriva questa scelta?

Io la vedo come un’operazione molto elettoralistica. Si pensa di finanziare le sagre bevendo “Tipicamente Friulano”, ma questo non cambierà di molto i costumi. E i vignaioli stessi sono poco stimolati.

Ma l’immagine è stata compromessa?

No, ma non è mai stata ribadita a sufficienza. Sarebbe stato importante promuoverlo al Sud o nelle località costiere, in Gb, Usa eccetera. Invece non si vedono prospettive e quest’anno vanno a esaurirsi i fondi stanziati per la promozione. Inoltre...

Inoltre?

C’è una questione prezzi che andrebbe tenuta sotto controllo, cui si cerca di ovviare con mega-sconti.

Intende dire che nel Friuli Venezia Giulia c’è una politica dei prezzi sbagliata?

È indubbio che esista una sopravvalutazione del prezzo dei vini rossi mentre sui bianchi siamo nella giusta media. Il fatto è che aziende di buon none e di dimensioni piccole (70mila bottiglie prodotte) non hanno problemi, li hanno quelli delle 100-500mila bottiglie.

Per le quali, sembra di capire la tentazione dello sconto diventa un obbligo...

Assolutamente sì, abbiamo notizie di prezzi dimezzati rispetto a due anni fa. Questo abbassamento lascia comunque un margine di utile, nessuno lavora in perdita.

Nel frattempo, però, la concorrenza cresce.

Certo, e dobbiamo temere in prima battuta il Cile e poi Australia e Nuiova Zelanda. Senza dimenticarsi che entro 5 anni il grosso competitor mondiale sarà la Cina.

Dove l’Italia non si è mossa per tempo...

Infatti. Purtroppo non ci sono stati grandi investimenti nostri, confermando la nostra miopia commerciale, mentre i francesi sono entrati in massa.

La nostra regione si è mossa meglio?

No, spiace dirlo, non molto. Non vedo grandi potenzialità sotto questo profilo. Siamo tutto immagine e marketing e poca sostanza.

E i “Great Whites”?

Sono realmente grandi, ma ho dei dubbi sulla capacità commerciale di piazzarli.

Intanto i produttori si spaccano e la scelta del consorzio Collio-Carso sembra emblematica...

In realtà denota la debolezza politica dei nostri vignaioli, grandi produttori ma incapaci di gestire una politica di sviluppo.

Ma vede margini di sviluppo per il Carso?

Non se continua a chiedere 25-27 e financo 80 euro per una bottiglia! Ai miei amici carsolini ho detto: volete che il vostro vino venga bevuto o comprato e messo lì, in vetrina?

E il Prosecco?

Il Veneto c’ha solo guadagnato e noi solo perso e continuiamo a perdere. Il Prosecco di Prosecco? Alla fine ci sarà, credo di sì, anche se non è traguardo cui ambire con grande dispendio di energie.

E Vinitaly ?

Sarà il salone della crisi, non credo sia stata costruita per tempo un’immagine vincente del Friuli.

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