Collio-Unesco, il ruolo guida di Gorizia
Il capoluogo assume il comando delle operazioni. Sarà creata un’associazione temporanea di scopo e preparato un dossier

GORIZIA. Che Gorizia volesse recitare un ruolo sempre più di primo piano nella promozione del Collio, sia dal punto di vista turistico sia da quello legato alla valorizzazione delle produzioni vitivinicole, lo si era già capito nei mesi scorsi. Quando, cioé, era stato presentato il progetto relativo all’avvio di un corso di enologia in lingua inglese dedicato al mercato asiatico che «potrà essere - si era detto allòra - una grande opportunità per la valorizzazione internazionale del nostro territorio». Un’ulteriore conferma era arrivata con l’annuncio relativo alla volontà di «valorizzare anche il segmento di piste cicalbili collegato al Collio, utilizzando i fondi del Gect».
Oggi, arriva un altro passo in questa direzione. Il Comune di Gorizia vuole assumere un ruolo-guida nel cammino per arrivare alla candidatura ufficiale di Collio e Brda alla lista del patrimonio mondiale Unesco. L’ufficializzazione arriva dall’assessore comunale al Turismo Fabrizio Oreti. Che evidenzia come «Cormòns e Dolegna del Collio restano i Comuni capofila. Ma Gorizia, in virtù del fatto che è la località più grande, vuole assumere un ruolo-guida». Una premessa doverosa per spiegare i motivi che hanno portato Gorizia ad ospitare una riunione importante per arrivare all’agognato riconoscimento. Si è svolto, infatti, nella sala Dora Bassi un vertice alla presenza del sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna, fra gli amministratori dei Comuni coinvolti sul versante italiano, che vedono come capofila Dolegna del Collio e Cormòns e i rappresentanti di Regione, Comitato scientifico e alcune realtà territoriali.
In premessa è stato ricordato il percorso fin qui svolto, evidenziando anche il supporto della Regione che, oltre ad aver concesso un contributo di 10mila euro per le prime spese riguardanti l’avvio dell’iter, si è impegnata anche in un’opera di sensibilizzazione nei confronti del governo sloveno e di quello italiano. «Adesso, però - ha evidenziato con forza l’assessore goriziano Oreti - i preparativi per presentare la candidatura entrano nel vivo. Ed è necessario raggiungere alcune tappe fondamentali, come la predisposizione del dossier che dovrà contenere convincere i giudici che il Collio-Brda merita di essere inserito fra i beni di interesse universale dell’Unesco».
Insomma, è necessario imprimere la giusta accelerazione all’intero processo. «È stato confermato che i lavori per la presentazione della candidatura saranno svolti da due comitati: uno istituzionale, fra Comuni, Fondazione Carigo e Camera di commercio ed uno tecnico scientifico con professionisti. L’obiettivo - aggiunge ancora Oreti - è quello di redigere, in tempi brevi, il dossier. Ma ancora più urgente è la creazione di una “Associazione temporanea di scopo” (conosciuta anche con l’acronimo Ats, ndr) che dovrà essere formata non solo da istituzioni e tecnici ma anche da privati, il cui ruolo sarà molto importante per rappresentare il territorio. ️Va, peraltro, sottolineato con forza – continua Oreti – che quella di Collio–Brda sarà una candidatura culturale, identitaria, rurale e transfrontaliera, mettendo in luce le peculiarità e al contempo la straordinaria ricchezza di questo territorio».
Tempistiche? Il dossier sulla candidatura dovrà essere preparato e pronto per aprile 2018 con materiale contenente le motivazioni della candidatura, nel frattempo proseguirà l’opera di sensibilizzazione dei ministeri coinvolti sia sul versante italiano sia su quello sloveno. Il prossimo incontro avrà luogo a Cormòns il 3 novembre e saranno invitati anche i privati, in particolare produttori agricoli e vitivinicoli, albergatori e ristoratori, per coinvolgerli e supportare un progetto che viene ritenuto “strategico” per l’intero territorio.
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