Colino pignora due case all’ex amico Milanese

Il decreto ingiuntivo è diventato esecutivo: saranno venduti all’asta gli appartamenti delle Ginestre e delle Agavi in seguito a un affare da 500mila andato in fumo
Di Corrado Barbacini
Lasorte Trieste 25 08 04 - Triestina - Milanese e Tesser
Lasorte Trieste 25 08 04 - Triestina - Milanese e Tesser

Due appartamenti di lusso, uno in Costiera, alle Ginestre con tanto di cabina di proprietà in spaggia, l’altro alle Agavi, a Valmaura.

Sono l’ennesimo capitolo della lite - ormai insanabile - giudiziaria tra due ex amici Mauro Milanese, il calciatore triestino che, dopo aver giocato tra l’altro anche con Cremonese, Napoli, Parma, Torino e Inter, ora direttore sportivo del Varese e il suo ex manager Massimo Colino.

Valgono secondo il Tribunale non meno di 310mila euro e da ieri sono in vendita giudiziaria, come ha disposto il giudice Giovanni Sansone. Motivo: un decreto ingiuntivo diventato esecutivo. Si tratta di soldi che Colino avanzava e che, come dimostra l’opposizione del legali di Milanese non accolta dai giudici del Tribunale di Milano, sono diventati “titolo esecutivo”. Da qui appunto il pignoramento delle due case a Trieste di proprietà del calciatore. Commenta Colino: «Eravamo amici, ma non avevo altra scelta». Replica Milanese parlando di truffa: «A un amico non avrei mai fatto tutto questo. La sua è stata una furbata»

La vicenda di ripicche e di ritorsioni è cominciata molti anni fa. E rappresenta la rottura di un’amicizia storica e consolidata. Perché Colino per anni ha curato a Trieste gli affari e gli interessi dell’altro. In un occasione Milanese, che da tempo vive lontano da Trieste, aveva proposto all'amico di partecipare a un investimento apparentemente remunerativo. In pratica il manager aveva consegnato all'attuale diesse del Varese una somma vicina ai 500 mila euro. Denaro che Milanese avrebbe dovuto poi versare a un promotore finanziario di sua fiducia. In questo modo Colino avrebbe ottenuto tramite l'amico un interesse consistente in rapporto alla somma investita.

Ma a un certo punto, secondo Colino , Milanese non gli ha più versato quanto pattuito. Probabilmente a causa di un investimento sbagliato i soldi si erano volatilizzati.

Tre anni fa, dopo una serie di pressioni, Milanese ha consegnato un assegno da 310 mila euro a Colino per chiudere la faccenda. Ma il titolo di credito non è andato a buon fine. E così Colino, tramite l'avvocato Antonio Florean, ha avviato una causa civile nei confronti di Milanese, l'ex amico.

La causa è andata avanti dipanandosi al Tribunale di Milano dove è stato emesso un decreto ingiuntivo che ha riguardato i due appartamenti di cui Milanese è proprietario a Trieste, uno in Costiera, alle Ginestre e l'altro alle Agavi.

Intanto il decreto del Tribunale di Milano, città di residenza di Milanese, ha proseguito il suo iter superando sospensive e opposizioni. La scorsa settimana il giudice di Milano ha rigettato infatti l’opposizione degli avvocati del diesse del Varese. E così l’atto formale è stato depositato a Trieste dove il giudice Giovanni Sansone ha disposto l’esecuzione. Per dirla in parole semplici ha pignorato le due case incaricando il commercialista Stefano Gropaiz della vendita. Prezzo d’asta 310mila euro, l’ammontare dell’assegno non onorato. In questa guerra tra i due ex amici compare anche la vicenda dei Rolex e della denuncia per appropriazione indebita presentata da Milanese nei confronti di Colino che è al centro di un procedimento penale del pm Massimo De Bortoli.

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