Colautti lascia la Fiom Cgil e aderisce alla Usb
Sasha Colautti, dopo 11 anni trascorsi nella Fiom, due dei quali come segretario territoriale, lascia sia il sindacato dei metalmeccanici guidato da Maurizio Landini che la Cgil. Aderisce all’Unione...

Lasorte Trieste 03/02/17 - Redaelli, Sindacalista Colautti
Sasha Colautti, dopo 11 anni trascorsi nella Fiom, due dei quali come segretario territoriale, lascia sia il sindacato dei metalmeccanici guidato da Maurizio Landini che la Cgil. Aderisce all’Unione sindacale di base (Usb), dove continuerà ad occuparsi della rappresentanza dei lavoratori impegnati nel settore industriale. Non è uscito da solo: la lettera di dimissioni, trasmessa lo scorso 31 maggio agli organismi direttivi Fiom e Cgil, reca infatti anche gli autografi di Silvia Di Fonzo, Alex Vecchiet, Fabio Barbo, con lui nel consiglio direttivo che ha pilotato fino a marzo i 1100 iscritti alla Fiom triestina. Oggi pomeriggio alle 17, al Knulp in via Madonna del mare, Colautti spiegherà i suoi programmi e svelerà le forze con le quali intende far pesare il sindacato di base in alcune importanti realtà industriali triestine. L’obiettivo è di raccogliere, da qui alla fine del 2017, 200 iscritti «per un nuovo spazio sindacale, non condizionato dalla politica imperante, dai partiti e dai poteri economicfi antagonisti al mondo del lavoro». «La decisione di lasciare la Fiom è maturata rapidamente, una quindicina di giorni fa - rievoca Colautti - dopo aver partecipato al primo direttivo presieduto da Marco Relli. In verità la relazione è stata tenuta dal segretario generale della Cgil Michele Piga e questo mi ha dato l’idea di una Fiom “commissariata”, depotenziata nell’autonomia della riflessione e dell’azione». Quindi, via ai contatti con Usb, che si sono velocamente concretizzati: «Contiamo di trovare una sede entro la fine di luglio nella zona di Domio, così da presidiare il più vicino possibile l’area industriale. Dobbiamo recuperare al più presto gli scontenti che si sono allontanati dalla Fiom e dobbiamo ridare speranza ai lavoratori dopo dieci anni di contratti chiusi “a perdere”». Intanto Colautti è rientrato in Wartsila, suo luogo di lavoro: ma l’azienda non lo ha ancora assegnato e ieri mattina lo ha lasciato cinque ore davanti ai cancelli.
magr
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