“Codice Rosa” contro la violenza sulle donne

Al Pronto Soccorso un progetto di accoglienza espressamente dedicato a chi ha subìto abusi
18 Nov 2012 --- Woman with bruises and mouth covered --- Image by © redheadpictures/cultura/Corbis
18 Nov 2012 --- Woman with bruises and mouth covered --- Image by © redheadpictures/cultura/Corbis

È un percorso particolare di accoglienza al Pronto Soccorso per le persone che subiscono violenza e per riconoscerne i casi o abusi non dichiarati.

Nel mondo il 35% delle donne subisce violenza, in Europa ogni anno sono 13 milioni quelle aggredite, in Italia più di 120. Continua sul nostro territorio l'attivazione del "Codice Rosa" e la sensibilizzazione contro la violenza di genere attraverso il corso di formazione "I volti della violenza" promosso dalla Provincia di Gorizia, tenuto dalle varie associazioni e professionisti della regione che si occupano di tale tema. Il corso ha lo scopo di formare il personale socio-sanitario e gli addetti ai lavori per intervenire in modo più adeguato con il fine di riconoscere chi ha subito violenza e sostenerlo nel modo più corretto.

Per aiutare le persone maltrattate nei Pronto Soccorso di Gorizia e Monfalcone, oltre all'attuazione del "Codice Rosa", sono stati aperti lo " Sportello Rosa" (gestito dall'associazione SOS Rosa) e le "Stanze Rosa". L'obiettivo è ospitare le persone vittime di violenza (donne, uomini, anziani, bambini, omosessuali) creando un clima di privacy dove gli utenti possono parlare con il personale sanitario, essere visitati ma dove possono accedere anche le forze dell'ordine, associazioni sociali e private per creare una vera e propria rete in grado di gestire in maniera adeguata i casi. Si cerca di creare una rete multidisciplinare tra i soggetti che operano all'interno della struttura sanitaria e sul territorio: per creare comportamenti condivisi, per prevenire e contrastare la violenza di genere. La violenza di genere non è solo l'aggressione fisica contro una persona, include anche vessazioni psicologiche, ricatti economici, minacce, violenze sessuali, persecuzioni e, a volte, questi comportamenti sfociano nell'omicidio.

Questo argomento è sempre più al centro del dibattito pubblico visto l'aumento di episodi di femminicidio e di violenza degli ultimi tempi. Basti pensare che nel mondo occidentale 1 donna su 4 di età compresa tra i 16 e i 44 anni subisce violenza nella sua vita, quasi sempre da parte di familiari o conoscenti. Importanti sono allora due parole: prevenzione e coraggio perché pochissime sono le donne che denunciano di aver subito violenza e che hanno il coraggio di abbandonare chi le maltratta per intraprendere una nuova strada. Bisogna portare le persone a conoscenza delle varie associazioni sociali e private presenti sul territorio che sono in grado di assisterle e aiutarle. Per fare ciò è necessario agire su più livelli: culturale, educativo, socio assistenziale, sanitario o psicologico, per tutelare i diritti delle persone deboli promuovendo una cultura del rispetto e della reciprocità. Bisogna riflettere su questo e far in modo di non smettere di lottare, di difendere la dignità, di fermare i soprusi per fermare queste violenze.

Rebecca Comelli

III A Liceo Scientifico

“Duca degli Abruzzi”

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