Codice della felicità in Municipio
La giunta Cosolini ingaggia il “consigliere di fiducia”. La figura, prevista dal nuovo “Codice di condotta” dei dipendenti comunali, si occuperà di assicurare rispetto, dignità, serenità e benessere psicofisico nell’ambiente di lavoro.
Il provvedimento del municipio si richiama alla Risoluzione del Parlamento europeo del 2001 e alle successive direttive Ue, in modo da prevenire comportamenti discriminatori ed eliminare tutte le cause organizzative che possono provocare conflitti tra colleghi o con chi ricopre ruoli apicali. Un ampio passaggio del Codice è riservato ai possibili casi di molestie determinati da genere, orientamento sessuale, appartenenza etnica, religione e opinioni politiche. Ma anche condizione economica, disabilità ed età anagrafica: tutto ciò, insomma, che può «offendere la dignità e la libertà della persona» e provocare un clima di intimidazione. Principi, questi, a quali d’ora in avanti tutti i dipendenti sono tenuti a rispettare.
Spetterà ai dirigenti osservare la vigilanza delle regole e assicurare che le persone non siano oggetto di ritorsioni, penalizzazioni e, naturalmente, mobbing. Il dovere di collaborazione è esteso a «tutti coloro che lavorano a qualsiasi titolo per il Comune di Trieste - si puntualizza nel documento - che devono contribuire a garantire un ambiente in cui venga rispettata la dignità e in cui la pratica di molestie sia considerata inaccettabile».
Sarà invece compito del consigliere (o consigliera) di fiducia predisporre un’apposita attività di formazione e progettazione sui temi di pertinenza, oltre che un servizio di assistenza e consulenza ad hoc rivolto al personale. Si tratterà di un professionista esterno nominato dal Segretario o dal Direttore generale sulla base di una valutazione tra più candidature che verranno raccolte con un avviso pubblico. Il compenso, indicato a bilancio, dovrebbe aggirarsi attorno ai 3mila euro annui.
Ma il Comune, come viene precisato nel Codice, può avvalersi anche di una figura che già opera in un altro ente pubblico. Gli uffici dovranno permettere al consigliere di fiducia il libero accesso agli atti relativi ai casi trattati e il monitoraggio di eventuali situazioni a rischio. Chiunque ritenga di aver subito comportamenti lesivi potrà dunque rivolgersi all’incaricato, che dispone di un’ampia facoltà di azione: la presa in carico, i suggerimenti su come affrontare il disagio o la molestia, la proposta di interventi di mediazione e conciliazione o altre misure utili a risolvere il problema. Compresi i trasferimenti, se possono contribuire a ristabilire un clima lavorativo sereno. Tutte procedure che il consigliere preposto dovrà adottare entro tre mesi, o cinque se necessario, dalla segnalazione del dipendente.
Non mancano le tutele garantite per evitare “ritorsioni” nei confronti di chi dovesse segnalare casi di molestie o pressioni. Qualsiasi dipendente comunale coinvolto, infatti, avrà il diritto di richiedere l’omissione del proprio nome in qualunque documento.
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