Clochard accende un fuoco nell’ex bar e muore a Grado

Tragedia tra Valle Goppion e Pineta. Vittima un homeless monfalconese di 62 anni con precedenti penali. Il fumo l’ha soffocato
Bonaventura Monfalcone-20.02.2018 Avvelenamento da monossido di carbonio-Grado-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-20.02.2018 Avvelenamento da monossido di carbonio-Grado-foto di Katia Bonaventura

GRADO. Un homeless di Monfalcone di 62 anni è morto con ogni probabilità per asfissia a causa del fumo di un incendio che lui stesso avrebbe acceso dentro l’ex bar Rosa - chiuso da molti anni, lungo la Provinciale per Monfalcone tra Valle Goppion e Pineta - dove si era evidentemente rifugiato in questi ultimi giorni.

Dalle prime ricostruzioni, anche se al momento vi sono versioni ancora contrastanti, l’incendio e di conseguenza la morte dell’uomo risalirebbero ad alcuni giorni fa, presumibilmente nella notte tra domenica e lunedì. La vittima è Luigi Francesco Marcone, senza fissa dimora nativo come detto di Monfalcone, ma che in passato aveva vissuto anche a Gorizia. Era una persona nota alle forze dell’ordine per diversi precedenti penali in territorio isontino, fra droga e reati contro il patrimonio, tanto che, da quanto si è saputo inizialmente, attualmente avrebbe avuto l’obbligo della firma giornaliera, anche se un’altra versione emersa nel corso della giornata di ieri riferisce che fosse destinatario di una misura di custodia cautelare in carcere per una serie di furti tra Monfalcone, Gorizia e Staranzano, non applicata proprio per la sua irreperibilità. Sempre secondo le prime ricostruzioni, era proprio da tre, quattro giorni che non si vedeva in giro. Giunto a Grado, aveva evidentemente cercato di crearsi un rifugio per la notte proprio all’esterno dello stesso piccolo locale un tempo molto frequentato e oggi abbandonato.

Bonaventura Monfalcone-20.02.2018 Avvelenamento da monossido di carbonio-Grado-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-20.02.2018 Avvelenamento da monossido di carbonio-Grado-foto di Katia Bonaventura


Qui Marcone aveva accatastato tavole e sacchi di vario genere ma le temperature durante la notte non gli avevano consentito di poter dormire all’esterno. Così, per ripararsi in qualche maniera, ha forzato l’ingresso ed è entrato nell’ex bar dove ha probabilmente dato fuoco a qualche mobile, fuoco che si è esteso, però, a quanto è dato sapere, al banco bar in legno. L’uomo ha cercato in qualche maniera di spegnere l’incendio (e in effetti ci sarebbe in parte riuscito) tanto che gli sono state riscontrate ustioni alle mani e al viso ma è stato quasi certamente il fumo a farlo morire per asfissia. Le cause ufficiali, comunque, devono ancora essere accertate. Chi si è accorto di quanto era accaduto, ieri pomeriggio, ha riferito di aver sbirciato per caso dalla finestra (non è raro che nella piccola area accanto al bar qualche automobilista si fermi magari per fare qualche telefonata o per una breve sosta) e di aver visto l’uomo ormai privo di vita proprio vicino allo stesso infisso da dove probabilmente aveva cercato di uscire per respirare. Ma non ce l’ha fatta. Una seconda versione parla invece di un residente della zona che avrebbe visto uscire del fumo dall’edificio. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, i sanitari del 118 e i vigili del fuoco di Monfalcone. Il corpo è stato portato inizialmente nella camera mortuaria del cimitero di Valle Le Cove. Qui è giunto anche il medico legale. Dopo l’ispezione è stato deciso il trasporto a Monfalcone della salma per l’autopsia.

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