Clini: «Meglio un rigassificatore assieme a Slovenia e Croazia»
«In sei mesi Gas Natural avrà tutto il tempo per valutare e proporre per il rigassificatore di Trieste un’ubicazione alternativa a Zaule o in subordine l’Autorità portuale potrebbe riesaminare e riequilibrare le previsioni dei suoi traffici. Ma la presentazione del progetto di un impianto off shore al quale possano concorrere anche Slovenia e Croazia sarebbe auspicabile». Un paio di giorni dopo la firma del decreto con il quale ha temporaneamente sospeso l’efficacia della Valutazione d’impatto ambientale (Via) rilasciata nel luglio 2009 alla società catalana, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini fa il punto sul tormentato iter del più discusso impianto mai progettato sul territorio triestino.
Ministro Clini, le conclusioni della Commissione incaricata del supplemento istruttorio sulla Via al rigassificatore di Zaule non ci sono o comunque non paiono nette e inequivocabili.
Non è vero, le conclusioni ci sono e sono molto chiare. Si afferma che a fronte del tipo d’incremento di traffico portuale previsto la realizzazione di un rigassificatore in quella localizzazione non è possibile. Di conseguenza il via libera a quell’ubicazione sarebbe andato a pregiudicare i piani di sviluppo del porto e più estensivamente della città per cui ho ritenuto di non poterlo dare.
Ciò però non significa una bocciatura del progetto?
Così com’era doveroso sentire il parere delle amministrazioni locali, ho ritenuto altrettanto giusto che l’impresa potesse proporre un’ubicazione alternativa per il rigassificatore, appurato definitivamente che quella di Zaule non va bene.
Ma se la proposta sarà fatta, non si renderebbe anche necessario modificare il Piano regolatore del porto la cui istruttoria è già in fase avanzata per l’approvazione?
Non necessariamente, potrebbe essere individuata un’area che non vada a interferire con lo sviluppo del porto e comunque poi la valutazione su quali strumenti andare a modificare spetterebbe alle autorità competenti e alle amministrazioni locali. Quanto a Zaule, l’unico modo per mantenere quell’ubicazione, è modificare le strategie di sviluppo da parte dell’Autorità portuale.
Ora la procedura perlomeno slitta di sei mesi o comunque il ministero dello Sviluppo economico (il ministro Passera è dichiaratamente favorevole a Zaule) potrebbe convocare anticipatamente la Conferenza dei servizi per l’Autorizzazione unica?
Mi pare logico che non possa accadere.
Sostanzialmente dunque passate la “grana” al prossimo governo?
Non passiamo nulla al prossimo governo perché comunque non deve trattarsi di una decisione politica. Semplicemente dopo le posizioni contrarie delle amministrazioni locali e della Regione, non potevo essere io ad assumere una decisione che sarebbe andata comunque ad incidere sui piani di sviluppo della città.
A livello ipotetico è stata avanzata in alternativa l’idea di un rigassificatore off shore realizzato con la compartecipazione di Italia, Slovenia e Croazia. Le sembra fattibile?
Non so se esiste un’ipotesi concreta di questo tipo. Dico però che non vi è dubbio che le scelte di insediamenti energetici devono essere il risultato di valutazioni condivise. E soprattutto in questo caso, quando sono in gioco tre Paesi dell’Unione europea che si dividono lo spazio di un mare piccolo, ma in posizione altamente strategica. Se vi sono proposte in questo senso siamo pronti a valutarle.
Non è ancora accaduto?
Io stesso in un recente incontro bilaterale del governo italiano con quello sloveno ho auspicato la possibilità di collaborazioni di questo tipo perché un impianto del genere risulterebbe estremamente utile all’Italia: non si tratta solo di non dipendere dal gas russo, ma soprattutto di pianificare gli approvigionamenti energetici per uno sviluppo sostenibile.
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