Clini: «Le mie idee sull’ambiente infastidiscono»

La difesa dell ministro attaccato dopo la scelta di rimanere alla guida dell’Area di ricerca: «Ho rinunciato allo stipendio»
Il ministro dell'Ambiente Corrado Clini incontra i rappresentanti degli armatori italiani ed europei, oggi 26 gennaio 2012 a Roma. ANSA/ GUIDO MONTANI
Il ministro dell'Ambiente Corrado Clini incontra i rappresentanti degli armatori italiani ed europei, oggi 26 gennaio 2012 a Roma. ANSA/ GUIDO MONTANI

di Pier Paolo Garofalo

TRIESTE

Tira in ballo il leader del Pd Ermete Realacci e finanche il Vangelo di Luca il ministro dell’Ambiente Corrado Clini per rintuzzare commenti negativi seguiti alla sua intervista sulla “Repubblica” di sabato. Nella quale il direttore generale dello stesso Ministero, postosi in aspettativa, e presidente dell’Area Science Park di Trieste ha affermato di attendere, fiducioso, il parere dell’Antitrust il prossimo 16 febbraio in merito all’incompatibilità di sedere al contempo al vertice del dicastero “verde” e del Parco scientifico giuliano. Per poi decidere quale incarico mantenere.

Il noto ambientalista presidente onorario di Legambiente all’indomani dell’articolo ha ironizzato sui reali problemi che deve affrontare l’attuale esecutivo nella sfavorevole congiuntura economica mentre il testo sacro cita il celebre paradogma della trave e la pagliuzza nell’occhio.

Ma Clini, serenamente, dà una lettura anche più politica delle reazioni negative suscitate. «Evidentemente - spiega – alcune strategie del governo e del mio Ministero su importanti questioni ambientali risultano scomode a qualcuno». Il ministro non si spinge oltre, non fa nomi: «È una mia impressione, non voglio accusare nessuno, non ho riscontri precisi».

Il presidente dell’Area Science Park, carica alla quale è stato designato nell’agosto dello scorso anno, tuttavia è deciso nel respingere ogni accusa di “accaparratore di poltrone” o di mero opportunismo, anche economico. La sua - spiega - è una scelta dettata dall’interesse professionale. Finito il mandato governativo, infatti, vorrebbe tornare a occuparsi di tematiche e istituzioni con le quali ha una lunga consuetudine. «Già prima della mia nomina a presidente - racconta - a Trieste, dove mi sono sempre trovato bene, ho condotto iniziative di rilievo, che mi stanno particolarmente a cuore, come a esempio “Enerplan”, un progetto per esplorare nuove tecnologie per il settore energetico. O il seminario internazionale sugli scenari delle prossime tecnologie che avevamo inserito nell’ambito della presidenza italiana del G8». Ecco, sono questi i temi che “il tecnico” Clini («tecnico anche come ministro, e in quanto tale mi sento molto a termine») vorrebbe continuare a seguire dopo la parentesi governativa. «Sia chiaro - ha tenuto a precisare - che fin dalla mia nomina all’Area Science Park, quando ero già direttore generale del Ministero dell’Ambiente, ho deciso di rinunciare alla mia retribuzione: quello stipendio non l’ho mai percepito». L’ente, per Clini, «non ha alcun valore aggiunto importante dal punto di vista finanziario. Anche se finora questa carica mi ha portato critiche, mi piace perché riguarda tematiche sulle quali mi sono impegnato per buona parte della mia vita. E non stiamo parlando della gestione di una banca o dell’Eni».

Fatto sta che la legge 215 del 2004 è parla chiaro e tra l’altro chiama in causa anche il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo: «Il titolare di cariche di governo non può ricoprire cariche o uffici in enti di diritto pubblico». Ma Corrado Clini è fiducioso nell’attendere la decisione dell’Antitrust. «Ho chiesto loro un parere - specifica il ministro - e resto in attesa della risposta. A differenza del Consiglio nazionale delle ricerche, l’Area Science Park di Trieste non ha alcun legame con l’Ambiente. Non c’è alcun rapporto né di dipendenza né divigilanza tra il Parco e il Ministero di cui sono titolare». Davanti all’osservazione che la legge non distingue assolutamente tra i due casi, Clini ribatte che «questo è vero se si sceglie un’interpretazione rigida del testo della norma. In tale caso l’incompatibilità è effettivamente totale. Ma ci sono altri elementi di cui bisogna tenere conto, come il fatto che mi sono autosospeso dalla presidenza e che non esiste alcuna possibilità, neppure remota, che il ministro possa incidere sulla gestione del Parco scientifico. Alla luce di tali considerazioni l’interpretazione dell’Antitrust potrebbe essere diversa».

Ma davanti a una scelta obbligata, come si comporterebbe il ministro? «A differenza di quanto ha titolato “La Repubblica” - corregge Clini - non ho ancora optato per restare in Area Science Park. Deciderò dopo avere saputo del parere. Come ministro sono sereno davanti all’impegno che comporta il lavoro enorme che attende il dicastero e mi sono impegnato a dare il meglio fino a quando resterò in carica».

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