Clima da psicosi in corsia Ma i vertici rassicurano
Al Burlo è psicosi. Il numero di tumori registrati in Pronto soccorso e tra gli addetti al laboratorio che utilizzavano lo strumento non ha alcuna spiegazione convincente. E tra il personale medico e infermieristico iniziano a emergere le congetture più strane. C’è chi collega il macchinario custodito nello scantinato ad altri fatti curiosi, o presunti tali, che sarebbero avvenuti negli ultimi anni: gli orologi del piano terra, in astanteria, che si bloccavano o, per citare altri racconti, «l’erba del giardino davanti al reparto che non cresce più». Ai dirigenti che coordinano le verifiche si chiede quindi di «andare oltre» e di continuare a cercare i motivi delle malattie anche al di là degli esiti scientifici emersi. Che non hanno portato a nulla: non c’è alcun dato, almeno non al momento, che possa ricondurre l’irradiatore alle malattie.
Lo dice, con chiarezza, il management del Burlo che ha firmato una nota congiunta con l’Azienda ospedaliera, l’ente che ha in gestione lo strumento. «In riferimento a presunti problemi di salute di alcuni lavoratori del Burlo e dell’ipotesi che tali problemi siano correlati ad una apparecchiatura ivi operante – scrivono il Commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera triestina Nicola Delli Quadri e il direttore generale facente funzioni dell’ospedale infantile Renata De Candido – l’Irccs e il Commissario precisano quanto segue: l’apparecchiatura in questione, in uso al Dipartimento di Medicina trasfusionale, di proprietà Aots, e allocata in locali operativi del Burlo, è un irradiatore di sacche di sangue contenente una sorgente sigillata di isotopi radioattivi. Tale apparecchiatura è sottoposta a continua sorveglianza, verifica e periodica manutenzione. Tutte le misurazioni eseguite nel corso degli anni riferite al controllo radioprotezionistico da parte di Aots, Burlo e Arpa, hanno sempre fornito risultati e valori di dosi registrate decisamente inferiori ai limiti stabiliti. Nel corso dell’ultimo trimestre 2014 sono stati registrati alcuni dati anomali, circoscritti nel tempo e non più verificatisi. In tale occasione le Direzioni aziendali hanno deciso un prudenziale e cautelativo fermo macchina, al fine di dare spazio ad ulteriori verifiche che hanno sempre fornito esito di funzionamento stabile e sicuro dell’apparecchiatura. La ricerca della causa dei dati anomali è in corso», si puntualizza nel comunicato stampa. «I locali del Burlo attigui e sovrastanti la sede dell’apparecchiatura sono oggetto da anni di verifiche e controlli e sono sempre risultati privi di rischi di natura chimica e/o fisica», è la rassicurazione dell’Irccs e dell’Azienda ospedaliera. Che, in un ultimo passaggio, ribadisce: «Alla luce di quanto esposto è da ritenersi insussistente qualsiasi rapporto di causa-effetto tra il funzionamento dell’apparecchiatura e presunti danni sulla salute dei lavoratori». (g.s.)
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