Cliente grassa fa scattare l’allarme

di Tiziana Carpinelli
Fernando Botero, il celebre pittore delle forme burrose, la sceglierebbe come modella. Per l’Unicredit di via Roma a Monfalcone, invece, è una cliente semplicemente troppo grassa per entrare nell’istituto senza far scattare l’allarme. E dunque sarebbe, diciamo così, “preferibile” che si rivolgesse a un’altra filiale del gruppo. Ma a Daniela Scher, triestina di 37 anni, da quattro residente a Monfalcone, quell’invito proprio non è andato giù. E nel rivendicare il carattere assolutamente privato del rapporto di una persona con il proprio corpo, ha deciso di rivolgersi a un’associazione che tutela i consumatori, poiché si sente discriminata.
La vicenda ha inizio diversi mesi fa. Daniela, di costituzione piuttosto robusta, nel recarsi alla filiale di via Roma constata delle difficoltà: come s’infila nella cosiddetta “bussola”, capsula di vetro all’ingresso dell’edificio, rimane di fatto intrappolata. Il guscio non si apre, l’allarme continua a suonare, il classico “bip bip” non cessa. È costretta a bussare, fare dei cenni fino a quando l’impiegato, dallo sportello, non si decide a sbloccare la “bussola”. All’inizio Daniela Scher pensa sia per colpa di qualche oggetto di metallo indossato (bisogna riporli negli appositi spazi). Poi, si rende conto che non è così. E chiede lumi. Un dipendente, oggi non più impiegato in quella filiale, alle sue domande risponde: «Signora, lei pesa come due persone». Una frase che la umilia. E la spinge a chiedere del direttore. «Lui - racconta la donna - è stato invece gentilissimo, si è scusato e ha cercato di indorare la pillola dicendomi che sì, sono piuttosto alta (173 centimetri, ndr), dunque vi sono dei problemi con la “bussola” che è tarata, per motivi di sicurezza, su un certo peso». La donna riferisce di aver chiesto allora una ritaratura del meccanismo, in modo da poter risolvere il problema una volta per tutte. Ma il problema è rimasto.
«Io so bene di non essere magra, ma può essere che a me non disturbi essere una cicciona, magari io mi piaccio come sono - prosegue -: la scorsa settimana, però, è arrivata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ancora difficoltà a entrare e, poi, l’invito del direttore a rivolgersi a un’altra filiale. A questo punto mi sono arrabbiata: vado lì perché mi è più comodo, non vedo perché debba rinunciarvi, dopotutto anche se non ho un conto milionario sono una cliente. È inutile che mi invitino a diventare correntista se poi, in quella banca, non ci posso neanche entrare».
«Siamo estremamente dispiaciuti - replica Unicredit -. Come il direttore ha spiegato è scattato un controllo di sicurezza: una verifica che il sistema d’accesso, costituito dalle “bussole”, effettua ogni volta, consentendo di evitare che più persone possano entrare contemporaneamente. L’agenzia può, come ha fatto, comandare manualmente l’apertura per gestire casi particolari. Comprendiamo il disagio, tuttavia i presidi di sicurezza delle nostre agenzie, pure quelli che talvolta impongono qualche scomodità, sono finalizzati a garantire lo svolgimento delle operazioni nella massima serenità».
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