Cittaviva, 140 volontari per tenere aperti i musei

L’associazione presieduta dalla fondatrice Vima Belsasso ha festeggiato i 20 anni di vita. Con la sua attività garantisce 19mila ore all’anno
Di Giovanni Tomasin
sterle trieste musei turisti dd 07 08 05 miramare
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Nel Regno unito il volontariato è la linfa che tiene in vita il sistema dei musei: il rapporto fra volontari e dipendenti è in media di sette a uno. In Italia ciò è da sempre impossibile, da un lato a causa delle pastoie burocratiche, dall'altro della diffidenza degli operatori museali, che spesso vedono nel volontario un con Trieste, però, è uncorrente piuttosto che un aiuto.'eccezione a questa regola grazie alla collaborazione fra i musei cittadini e Cittaviva, un'associazione di volontariato culturale che ha appena festeggiato due decenni di attività.

Il ventennale di Cittaviva è stato celebrato nell'auditorium del museo Revoltella con la presentazione di un volume sulla storia dell'associazione, davanti a una platea molto affollata. Dopo i saluti di rito la presidente e fondatrice di Cittaviva Vilma Belsasso ha ripercorso la storia del gruppo, che ha le sue radici proprio in Inghilterra. Fu durante un periodo di soggiorno a Londra, infatti, che Belsasso scoprì l'importanza del volontariato culturale per i musei britannici: tornata a Trieste volle replicare l'esperienza e fondò "l'Associazione per la difesa ambientale cittadina" (dal '98 Cittaviva) assieme a Vanda Trebbi e Luciana Zuccheri. «Era il 1989 e con il primo nucleo di volontari decidemmo di ripulire il Parco della Rimembranza, che allora versava in uno stato di grave degrado».

Pur con l'aiuto degli scout e perfino dei militari, ci volle un anno per portare a termine l'impresa. Il risultato fu duplice: restituire il parco al suo antico splendore e dimostrare che anche i privati cittadini possono curare la città. «Dopo le prime esperienze in campo ambientale, ampliammo le attività al volontariato culturale», ha spiegato Belsasso. Così l'associazione iniziò a collaborare con le istituzioni cittadine: la biblioteca di piazza Hortis, la Quarantotti Gambini, la Stelio Mattioni, le tre sedi della Statale del Popolo, quella di Muggia e le biblioteche scolastiche. «Dopo le biblioteche siamo passati a offrire fattiva collaborazione a musei come il Revoltella, i Musei di Storia ed arte, i Musei scientifici».

Negli anni Cittaviva ha visto crescere il numero di soci, e attualmente conta 140 volontari che garantiscono circa 19mila ore “lavorative” annue. Molti sono studenti, laureati e diplomati, e fanno parte dell'associazione anche numerosi membri della comunità della Chiesa di Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Tra i volontari tante donne ma anche uomini, come l'ingegner Antonio Laganà, noto per le sue visite guidate. Le attività svolte sono molteplici: sorveglianza, visite guidate, catalogazione di libri, di fotografie, riordino di archivi e di fondi, traduzioni in lingue straniere in lingue straniere.

Nel tempo l'associazione ha anche pubblicato dei volumi, come il fondamentale testo "Il nostro Chiadino. Storia, cronaca, e vicende del Civico orto botanico triestino" di Odilla Celli. Una storia, quella di Cittaviva, che dimostra come istituzioni e cittadino possano collaborare per tutelare la cultura, e che ora è stata raccolta nel libro dell'associazione. Il volume, in vendita anche al Revoltella, è stato realizzato grazie ai contributi della Fondazione Kathleen Foreman Casali, delle Assicurazioni Generali, del Comune di Trieste, in particolare del museo Revoltella, dei soci di Cittaviva e di Paolo Vidmar.

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