Cittadinanza “simbolica” ai figli di stranieri

Ma la proposta di Sel passa solo coi voti di maggioranza e M5S. Giorgi (Fi): «Perdita di tempo sullo jus soli»
Lasorte Trieste 30/03/12 - Sala Giunta, Consiglieri di Maggioranza, Marino Sossi
Lasorte Trieste 30/03/12 - Sala Giunta, Consiglieri di Maggioranza, Marino Sossi

Piano del traffico, Porto Vecchio, psicodramma dei writer, crisi galoppante. E su cosa riesce a dividersi il consiglio comunale: sullo “jus soli”. Un concetto che, buttato là così, sembra fatto apposta per mettere in crisi chi ha frequentazioni con il latino ormai antiche.

Nei fatti, un semplice riconoscimento di quei giovani che, nati in Italia da genitori stranieri, anelano alla cittadinanza. Attualmente superano il mezzo milione e l’esigenza di regolamentarli era stata sostenuta a suo tempo anche dall’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. In assenza di una normativa precisa, peraltro, si può pensare, e lo si è fatto, solo al conferimento di una cittadinanza onoraria e del tutto simbolica.

Ma è bastato che Marino Sossi del Sel la illustrasse per riportare l’altra sera in aula un clima calcistico. Col centrodestra particolarmente scatenato. Una lunga, lunghissima discussione ha alla fine portato al voto. E la delibera è passata con i voti di Pd, Sel e Movimento 5 Stelle, i voti contrari di Bandelli, Giacomelli, Lobianco, Rosolen e Rovis, l’astensione della Declich e il non voto di Bertoli, Camber, De Gioia, Ferrara e Grilli.

Il primo a stupirsi del clamore è lo stesso Sossi: «Si tratta di una cosa a a carattere simbolico, una cittadinanza civica che viene data come senso di accoglienza. Torino e Treviso lo hanno fatto prima di noi senza tanti clamori. Non capisco perchè nel centrodestra quando si parla di stranieri viene sempre fuori il senso antico della purezza della razza... Lo ha detto prima di me Napolitano: chi nasce in Italia dovrebbe essere italiano. Mettetevi nei panni di un bambino - si infervora Sossi - uno che va alle scuole elementari, è nato in Italia, parla italiano ma si sente forzatamente diverso. Scelte di questo genere, seppure senza valore legale, possono essere un modo per stemperare le differenze culturali . Siamo nella globalizzazione, ormai, guardate che anche i nostri figli hanno ripreso ad emigrare in Australia, eh. Tutti vanno e tutti vengono ovunque ci sia una chance».

Sembra sorpreso e amareggiato, Sossi. «Mi spiace constatare che al centrodestra, quando si parla di queste cose, vengono fuori i rigurgiti antichi. Non mi sembra una cosa così drammatica , a Treviso, dove pure hanno avuto in passato dei sindaci leghjisti di un certo tipo riusciti a a fare la delibera. E che dire di noi? Siamo un porto di mare, sempre vissuto di popoli in movimento e che sai stemperano l’uno con l’altro. In una città civile, questo è un segno di accoglienza a un suo figlio piccolo».

Campane dissonanti, ovviamente, dall’opposta parte politica. Anche se, apparentemente, per motivi diversi. Dice il consigliere Lorenzo Giorgi: «Il concetto è molto semplice, siamo pagati dai triestini per risolvere i problemi. In tal senso i buchi nella pista ciclabile per Barcola valgono, come argomento, 100mila volte di più di un registro di cittadinanza con annessa festicciola per i bambini...».

« Parliamo di cose serie - continua - quelle per cui siamo stati eletti. Mi sembra emblematico che tutte le circoscrizioni tranne una abbiano votato contro. Ed erano di tutte e due le parti politiche. Della questione parlino il Parlamento italiano o quello europeo, non noi. La stessa Avvocatura aveva dato parere negativo, occorre dir altro?».

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