Città europea della Scienza: rush finale Trieste-Olanda

Per l’EuroScience Open Forum è una battaglia a due fra la candidatura nostrana e quella del “tandem” Leiden/The Hague. Il verdetto finale è atteso per giugno

TRIESTE Trieste è in corsa per essere la “Città europea della scienza” del 2020. Non solo, ha già superato la prima selezione ed ora si appresta a contendere il prestigioso traguardo alle città olandesi di Leiden e The Hague, che hanno presentato una candidatura congiunta. A comunicare questo risultato, venerdì scorso, è stato l’EuroScience, ente che dal 2004 ogni due anni organizza appunto l’Esof (EuroScience Open Forum), il più grande meeting europeo dedicato alla ricerca e all’innovazione (l’ultima edizione lo scorso anno a Manchester) e che a giugno renderà nota la scelta finale per il 2020.

A presentare la candidatura triestina, qualche settimana fa, è stato Stefano Fantoni, presidente della Fit (Fondazione internazionale Trieste per il progresso e la libertà delle scienze) ed ex direttore della Sissa. Un’iniziativa subito appoggiata dal sindaco Roberto Dipiazza, dalla presidente della Regione Debora Serracchiani, dal ministero dell’Università e della ricerca, dal rettore dell’Università Maurizio Fermeglia e dal direttore della Sissa Stefano Ruffo.

 

Trieste capitale della scienza Lanciata l’eurocandidatura

 

«Esof 2020 - osserva Fantoni - può significare molto per Trieste ed essere il mattone costitutivo di un grande “science center” di livello europeo, motore dello sviluppo del Porto Vecchio, della città e di tutta la regione».

Alcuni edifici del Porto Vecchio sono stati appunto individuati per ospitare i numerosi eventi che, nell’auspicato caso dell’assegnazione, vedranno convergere, nell’arco di cinque giorni, oltre 4mila persone fra scienziati, ricercatori, esponenti del mondo dell’innovazione e dell’industria, uomini d’affari e visitatori da tutta Europa.

«L’idea della candidatura - spiega il project manager Pierpaolo Ferrante - è nata in seguito alla sdemanializzazione del Porto Vecchio e al passaggio al Comune di parte del comprensorio. È importante - aggiunge - avere una data entro la quale dobbiamo completare le attività inerenti questo grande evento, concentrando tutti gli investimenti dei prossimi anni, pensati per lo sviluppo della città, nella stessa area e con lo stesso filo conduttore».

Il tema proposto da Trieste per il 2020 è “Science for future job”. Il programma dell’Esof riguarderà quindi l’innovazione nel mondo del lavoro. Un problema sempre più attuale, posto che il World economic forum ha stimato che il 65% dei bimbi che entrano nel mondo scolastico, fra vent’anni faranno un lavoro che oggi non esiste.

Le prossime settimane saranno dunque dedicate a un intenso lavoro, relativo alla preparazione di un dossier in cui andranno illustrati numerosi aspetti, fra i quali gli spazi destinati all’evento, iniziative di divulgazione già attuate in campo scientifico (il salone europeo della ricerca Next, ad esempio), la disponibilità di collegamenti, legami e coinvolgimenti con le strutture scientifiche e universitarie dell’Europa Centro-orientale. «Ci stiamo attivando - precisa Ferrante - sulla scorta dell’esperienza maturata nelle candidature dell’Italia alle esposizioni universali, prima a Trieste e poi a Milano».

I legami scientifici e accademici con università e centri di ricerca del Centro-Est Europa possono costituire uno dei punti di forza della candidatura triestina, che mette in campo due università, un parco scientifico e tecnologico, oltre trenta istituti di ricerca nazionali e internazionali e un rapporto scienziati/popolazione del 35 per mille, fra i più elevati al mondo.

Tornando agli spazi individuati per l’evento, l’area è quella che fa perno sul Magazzino 26 (dove si insedierà l’Immaginario scientifico), e comprende la Centrale idrodinamica, la Sottostazione elettrica e gli antistanti magazzini 27 e 28, che hanno già ospitato con successo “Trieste espresso expo”.

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