Cisint-Nicoli, Razzini ora media: «Lei dialoghi e lui non esageri»

Ma de Lieto (Pensionati) attacca il forzista: «Accuse ingiuste verso Volante» E Del Pizzo all’ex vicesindaco: «Ripensi a quanto detto e fatto di recente»
Bonaventura Monfalcone-17.10.2016 Incontro Razzini, Cisint, Nicoli-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-17.10.2016 Incontro Razzini, Cisint, Nicoli-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

MONFALCONE. Federico Razzini, cui non servono biglietti di presentazioni, riporta la palla a metà campo. L’ex capogruppo Lega, dimessosi improvvisamente a ottobre, interviene per rimettere al centro la difesa delle alleanze politiche e delle responsabilità in campo: lo specchio di «buone linee portate avanti in tre anni» che rischiano di essere lordate dal lavaggio dei panni sporchi in pubblico. E da leghista senior invita le parti a «ricomporre i problemi con il dialogo» in quella che il forzista Giuseppe Nicoli non ha esitato a definire «crisi in maggioranza», dopo il comunicato firmato da tutti e otto gli assessori della giunta Cisint che lo silurava come mai si era visto prima nella storia monfalconese.

«Anna Cisint sia elastica – suggerisce Razzini – e Nicoli non esageri mettendo a rischio il lavoro fatto. Servono ora dialogo e accordi. Non vorrei si rovinassero, per liti personali, 20 anni di lavoro teso a scalzare le sinistre». Insomma, abbasso le lotte fratricide. Di recente dall’opposizione, ma pure a destra, le dimissioni da capogruppo di Razzini (e poi di Sergio Pacor), fedelissimo al Carroccio fin dalla sua prima alba a Monfalcone, sono state – nell’affaire Nicoli – riportate a galla per avvalorare la tesi di una gestione Cisint all’insegna del pugno di ferro, ma senza guanto di velluto.

«Quello che avevo da dire l’ho detto», rimarca il segretario particolare del regionale Diego Bernardis. «Le mie considerazioni continuo a farle nelle sedi opportune e non mi piace essere tirato per la giacchetta né da una parte né dall’altra». Era stato Nicoli a rilanciare citando la sua defezione dall’aula, mentre il segretario provinciale Fabio Verzegnassi aveva ribadito, gettando acqua sul fuoco “amico”, la natura «personale» della scelta. In realtà a suo tempo Razzini aveva ricondotto la dipartita al venir meno di stimoli, dettati anche dall’assenza di ruoli esecutivi. Ora lui è «a disposizione, se serve, per ricomporre le fratture». Ma va recuperato il «gioco di squadra».

«Lega e Forza Italia – dice – hanno il dovere di smetterla con questi spettacoli e di tornare a parlare insieme come si faceva prima, confrontandosi in modo costruttivo. Dopotutto non occorre essere migliori amici, in politica». «Questo – conclude – per il bene della coalizione e della cittadinanza, visto che con tante luci e poche ombre questa amministrazione sta facendo buone cose per il territorio». Non vuole essere tirato in ballo neppure Pacor, che ribadisce le scelte «personali».

Invece Antonio de Lieto (Pensionati) bacchetta l’azzurro: «Sono rimasto stupito: un attacco così, da Nicoli, non me lo sarei mai aspettato. Non si capisce da che parte stia. Se vota contro, il messaggio però è fin troppo chiaro. E poi non condivido gli attacchi a Volante: se mi scaglio contro qualcuno, io per primo devo essere immacolato, mentre lui di fatto mantiene due poltrone, quella di consigliere regionale e comunale. E quest’ultima potrebbe pure lasciarla a forze nuove».

Infine il consigliere Ciro Del Pizzo, fresco di fuoriuscita dalla lista di Fi: «Le considerazioni di Nicoli, più che di tipo politico, mi paio di natura personale. L’unica “colpa” di Cisint è d’aver difeso maggioranza e giunta, anzi tanto di cappello: io la ringrazio». Tornando invece a considerazioni più politiche «con Monfalcone sei tu si sta cercando di costruire un percorso popolare e liberale, di carattere moderato, per una maggiore rappresentanza anche al centro». «E lo si fa – prosegue – con l’ottimo lavoro di Fasan sul fronte della cultura e l’operato di Venni che ha reso questa città più decorosa e pulita, altresì portando il metano a Marina Julia». «Mi auguro che Giuseppe – conclude – ripensi a quanto detto e fatto...». 

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